- Quello appena passato è stato il dodicesimo sabato di protesta in Israele
- La risposta di Netanyahu, mentre era di ritorno dall’ennesima contestazione ricevuta all’estero, è stata il siluramento immediato del ministro della Difesa Gallant, che aveva chiesto uno stop dell’iter legislativo della contestata riforma della giustizia.
- Le nuove proteste che ne sono scaturite pare stiano inducendo il governo a congelare la riforma, ma i partiti religiosi minacciano di far mancare l’appoggio all’esecutivo.
Quello appena passato è stato il dodicesimo sabato di protesta in Israele. Ancora una volta centinaia di migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro quello che viene definito un golpe bianco del sesto governo Netanyahu, che sta discutendo in parlamento una riforma della giustizia che appare un attacco al principio di separazione dei poteri. Solo a Tel Aviv si sono contate trecentomila persone, a cui le stime ne sommano altrettante nel resto del paese, che, ricordiamolo, con



