Il presidente dell’Unione matematica italiana, Piermarco Cannarsa, ha ricevuto pochi giorni fa un accorato messaggio di aiuto da parte di un collega argentino, Guillermo Cortiñas, direttore dell’Imas di Buenos Aires, l’Instituto de investigaciones matemáticas Santaló, uno dei più importanti istituti matematici del suo paese. Nel messaggio, inviato anche a nome della Raicyt, la Rete dei responsabili degli istituti di scienza e tecnologia argentini, si denuncia la minaccia che pesa sulla ricerca scientifica in Argentina e si chiede il supporto di tutta la comunità scientifica internazionale. Simili messaggi sono stati inviati a tutte le società scientifiche internazionali e di questa situazione si è già cominciato a parlarne su Nature.

La situazione è infatti drammatica: Milei, eletto due mesi fa, aveva promesso in campagna elettorale di eliminare e privatizzare il Conicet, equivalente al nostro Cnr, e di ritirare il governo da tutte le attività non essenziali. Il Ministero della scienza e della tecnologia è stato effettivamente chiuso, i contratti a molti impiegati amministrativi sono stati interrotti o lo saranno entro il 31 marzo prossimo, il budget delle università e del Conicet è stato congelato sui valori del 2023, in un paese in cui l’inflazione viaggia intorno al 200 per cento annuo, e i fondi dei progetti finanziati dall’Agenzia nazionale di finanziamento sono stati interrotti. La situazione delle posizioni accademiche, sia temporanee sia a tempo indeterminato dei ricercatori più giovani è piuttosto incerta».

La situazione è ora piuttosto critica in Argentina. Il presidente Milei sostiene che la legge della domanda e dell’offerta è sufficiente per gestire la situazione e che il governo deve ritirarsi per quanto possibile da tutte le attività. Sono molto preoccupato e credo che nel tempo questi provvedimenti impoveriranno il oaese e lo renderanno più vulnerabile alla manipolazione», scrive un collega matematico argentino, di cui preferiamo non riportare il nome.

La protesta dei ricercatori

Come riportato da Science, nelle ultime settimane molti ricercatori sono andati a protestare presso la sede del Conicet, dove si trova il nuovo presidente dell’ente, Daniel Salamone, da poco nominato da Milei. Salamone, veterinario, esperto di clonazione, ha come programma di portare il Conicet a basare l’azione scientifica sul contributo delle imprese ed è ora all’esame del parlamento argentino una legge per favorire il trasferimento di competenze dalla ricerca pubblica ai privati. Questo preoccupa molti scienziati. Per esempio, Víctor Ramos, presidente dell’Accademia nazionale argentina di scienze esatte, fisiche e naturali, sostiene che questa legge bloccherebbe di fatto i finanziamenti alla ricerca di base e che Salamone ha idee troppo semplicistiche e dimostra una completa ignoranza rispetto al sistema scientifico.

La solidarietà italiana

I responsabili delle istituzioni scientifiche, riuniti nella rete Raicyt, stanno ora cercando di far sentire la loro contrarietà a questa politica della ricerca che ritengono eccessivamente penalizzante, mediante un gran numero di iniziative tra cui eventi, petizioni, articoli sui giornali e, appunto, richieste di supporto internazionale. In Italia, l’Unione matematica taliana ha prontamente inviato una lettera di sostegno a questa istanza al presidente del Conicet Daniel Salamone. Tutte le società scientifiche che volessero aderire possono farlo scrivendo a questo indirizzo di posta elettronica: reddirectoresciencia@gmail.com.

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