In questi giorni sta uscendo, in tutta Europa, un appello ai governi europei, promosso dalla deputata verde tedesca Franziska Bratner e sottoscritto da oltre 100 parlamentari nazionali e del Parlamento europeo, per far sì che lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani abbiamo un ruolo determinante quando si tratta di erogare fondi europei. Per l’Italia l’appello è stato sottoscritto dai deputati Alessandro Fusacchia, Erasmo Palazzotto, Rossella Muroni e Riccardo Magi.
 

L'Unione europea non ha risorse sufficienti per combattere efficacemente l'uso improprio dei fondi europei e le violazioni dello stato di diritto negli Stati membri. La situazione in Paesi come l'Ungheria e la Polonia mostra chiaramente che per l'Unione europea è arrivato il momento di agire. La Commissione Ue e il parlamento europeo avevano presentato delle buone proposte per implementare un meccanismo a favore del rispetto dello stato di diritto. Al vertice Ue di luglio, tuttavia, gli Stati membri hanno fortemente indebolito questo meccanismo e la posizione del governo tedesco è stata infine svuotata della sua sostanza dalla ricerca di un compromesso tra il Consiglio dell'Ue, la Commissione europea e il Parlamento europeo. Per le sanzioni è infatti richiesta la maggioranza qualificata e i criteri sono stati limitati alla sola corruzione grave, mentre tutti gli altri sono stati cancellati. Inoltre, il Consiglio – cioè l'unanimità degli Stati – dovrebbe occuparsi delle sanzioni. 

Per la prossima fase del trilogo abbiamo lanciato oggi questo appello, firmato da oltre 100 parlamentari di 18 Paesi, compresa l'Italia. L'Unione europea si fonda su valori condivisi quali la democrazia, lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani fondamentali. Ciò è sancito dall'articolo 2 del Trattato dell'Ue.

La presidenza tedesca del Consiglio dell'Unione europea si trova attualmente ad affrontare una sfida enorme: deve trovare un compromesso sul prossimo bilancio dell'Ue e sul piano di ripresa Next Generation EU. Entrambi i dossier porterebbero un reale valore aggiunto ai cittadini europei, in quanto contribuirebbero a superare le conseguenze economiche della crisi conseguente alla diffusione del Coronavirus e – si spera – ad avviare la trasformazione dell'Europa in un'economia di mercato ecologica e sociale.

Allo stesso tempo, i negoziati sono condotti per proteggere il bilancio europeo e i nostri interessi finanziari contro le violazioni dello stato di diritto. Ci rammarichiamo fortemente del fatto che il Consiglio europeo abbia notevolmente indebolito gli sforzi della Commissione e del Parlamento per sostenere il meccanismo che lega il rispetto dello stato di diritto ai fondi del bilancio europeo a lungo termine e del Next Generation EU. Invitiamo pertanto la presidenza tedesca e tutti i governi degli Stati membri a difendere tale condizionalità dell'Ue sulla tutela di uno stato di diritto degno di questo nome e ad accettare:

Un processo chiaro e decisivo per determinare il rispetto dello stato di diritto. Questo dovrebbe assumere la forma di una decisione delegata della Commissione che può essere modificata soltanto con un voto a maggioranza qualificata nel Consiglio.     

Un ambito di applicazione che comprenda, come minimo, la violazione dei principi dello stato di diritto e l'indipendenza del potere giudiziario. Togliere ai Paesi membri la possibilità di rinviare un accordo a una futura riunione del Consiglio.

Un sistema che consenta ai cittadini europei, alle autorità locali e alle imprese di accedere direttamente ai fondi dell'UE, qualora il comportamento del loro governo impedisca loro di riceverli attraverso i canali regolari. Nessun cittadino europeo dovrebbe essere punito per il mancato rispetto dei principi fondanti della nostra Unione da parte del suo governo.
Questo appello all'azione è estremamente urgente. Quella che stiamo affrontando è una crisi senza precedenti, e sempre più aspra, dei nostri valori condivisi; una crisi che minaccia la sopravvivenza stessa dell'UE come progetto di democrazia e di pace. Lo stato di diritto non è una questione di Est contro Ovest, non è una questione di “Paesi frugali” contro “amici della coesione”. La democrazia europea è una questione che riguarda tutti i cittadini e le cittadine dell’Unione – proteggiamo i nostri valori condivisi!

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