La notizia non poteva passare inosservata nemmeno agli occhi dell’osservatore più disattento: un consiglio scolastico del Tennessee, quello della contea semi rurale di McMinn, il 10 gennaio ha votato all’unanimità per la rimozione di Maus, graphic novel scritta da Art Spiegelman, dalle biblioteche delle classi di ottavo grado, pari alla nostra terza media, perché si usano «parolacce» e ci sono dei nudi femminili.

L’opera di Spiegelman, vincitrice del Pulitzer nel 1992, racconta la Shoah a fumetti, usando topi antropizzati come metafora dei prigionieri ebrei, partendo dall’esperienza dei genitori dell’autore.

La notizia è stata diffusa a ridosso della Giornata internazionale della memoria, il 27 gennaio. Spiegelman ha definito la scelta come «demenziale», frutto di un’azione «orwelliana» dell’istituzione.

Il libro ha raggiunto la nona posizione nella classifica generale di Amazon negli Stati Uniti a causa della pubblicità involontaria causata dal divieto.

Un evento comune

La rimozione di un libro, però, è tutt’altro che un evento raro negli Stati Uniti degli ultimi anni. La lotta per il controllo dell’istruzione è uno dei tanti fronti che vedono contrapposti i conservatori trumpiani al resto del mondo.

Dal fare eleggere “veri americani” negli oscuri consigli scolastici, che fino al 2020 erano cariche molto impegnative e con poca gloria per chi le occupava, fino al proibire certi libri “sconvenienti”.

Non si può dire che il mondo progressista sia immune alla tentazione di rimuovere libri sgraditi: nel 2019 due legislatori locali in New Jersey tentarono un blitz per rimuovere Huckleberry Finn, romanzo del 1884 scritto da Mark Twain che contiene più di duecento volte la parola con la enne e per altri contenuti razzisti che avrebbero potuto «disturbare alcuni studenti», oltre che per il caso del Dr. Seuss, un autore per bambini scomparso nel 1991 soggetto di un’intensa campagna di pressione che ha portato la Dr. Seuss Enterprise ad annunciare che non avrebbe più ristampato alcuni libri controversi.

I repubblicani sono però più efficienti nella rimozione di libri con contenuti “volgari”. L’epicentro di questo fenomeno è il Texas, dove il controllo dell’istruzione è una priorità fin dal lancio del maldestro e abborracciato 1836 Project, riguardante la corretta lettura “patriottica” della storia del Lone Star State.

Certo non tutti hanno il fanatismo di Matt Krause, un deputato statale repubblicano che ha pubblicato una lista di 850 libri su cui le scuole del Texas «devono delle spiegazioni», volumi pubblicati di recente su temi come il razzismo e la sessualità, ma anche testi più vecchi come In caso di necessità, un romanzo di Michael Crichton pubblicato nel 1969 dedicato al tema dell’aborto. 

Ma lo stesso governatore Greg Abbott lo scorso 1° novembre ha inviato una lettera al presidente dell’associazione dei consigli scolastici texani, Dan Troxell, facendosi portavoce di un «crescente numero di genitori preoccupati» dal fatto che i loro figli potrebbero venire in contatto con contenuti «inappropriati» e «pornografici».

Il governatore conclude la missiva dicendo che questo non dovrà più succedere in una scuola pubblica texana. In prima battuta il messaggio è stato visto come un monito e nulla più. La settimana successiva, invece, è stata emanata una direttiva destinata a diverse agenzie educative texane sull’istituzione di standard univoci con i quali rimuovere i libri incriminati.

Con tanto di esempi: Nella casa dei sogni, memoir di Carmen Maria Machado su una relazione omosessuale che tocca il tema degli abusi psicologici e un’altra graphic novel dell’autrice trans Maia Kobabe intitolata Gender Queer, che ritrae una scena esplicita di sesso orale e che già era stata rimossa dal distretto scolastico di Anchorage, in Alaska.

Oltre la scuola

Il distretto scolastico di San Antonio, uno dei più grandi del Texas, ha sottoposto a revisione ben 414 testi. Anche se poi cento di questi sono stati rimessi sugli scaffali, il fenomeno della guerra dei conservatori ai libri si estende ben oltre le scuole, con risvolti anche in campo extrascolastico: a metà dicembre le biblioteche della contea di Llano, rurale e ultraconservatrice, hanno chiuso per effettuare un’analoga revisione.

Mostrando quindi che la censura dei “genitori preoccupati” si estende non solo agli studenti ma anche agli alunni. Abbott ha reso nodale questa problematica, vera o presunta che sia, proclamando il 26 gennaio che, in caso di rielezione, varerà una “carta dei diritti” dei genitori, per far scegliere loro cosa verrà insegnato ai loro figli.

L’ennesimo motivo di polarizzazione quindi che viene sfruttato per ragioni elettorali per garantire un terzo mandato al governatore uscente, sfidato dall’ex candidato dem alla presidenza Beto O’Rourke.

Secondo l’Ufficio per la libertà intellettuale dell’American Library Association, organizzazione fondata nel 1876 che si propone di proteggere la libertà di lettura degli utenti delle biblioteche, nel 2021 si sono registrati il 60 per cento di contestazioni in più su diversi libri destinati ai ragazzi: oltre al già citato Gender Queer c’è Lawn Boy, di Jonathan Evison (in italiano tradotto come Il giardiniere), che racconta la formazione umana di un ragazzo messicano che deve affrontare una vita estremamente dura come giardiniere e che è appassionato di lettura.

Oltre al tema della diversità del protagonista c’è anche il tema omoerotico ricorrente che è finito nel mirino in vari stati. Del Texas abbiamo già parlato, ma anche in Virginia, Ohio e in New Jersey.  

Nonostante Jonathan Evison abbia anche ricevuto minacce di morte dopo che il suo libro è finito nel mirino di due distretti scolastici di Leander, a sud di Austin in Texas, e nella contea di Fairfax in Virginia, Il giardiniere sembra avere un destino migliore di Gender Queer. La contea di Fairfax lo ha riportato sugli scaffali delle scuole e così è successo anche in Texas.

L’apparato della censura

Evison però non è l’unico ad aver subito pressioni, ma anche i membri del consiglio scolastico. Dietro a queste proteste c’è spesso un’oscura organizzazione chiamata No Left Turn in Education, che già si era fatta conoscere per le proteste organizzate contro l’insegnamento della cosiddetta Critical Race Theory, guadagnandosi un’ospitata della fondatrice Elana Yaron Fishbein presso il programma serale di Tucker Carlson su Fox lo scorso giugno.

Non c’è solo questo strumento ad essere utilizzato: a volte ci sono le minacce fisiche. Attivisti di questa organizzazione compiono delle vere e proprie imboscate nelle riunioni dei consigli scolastici, facendosi filmare per creare contenuti virali da condividere sui social e intimidire i decisori.

Per meglio affrontare questa emergenza, l’associazione dei bibliotecari ha costituito un prontuario per affrontare quelli che sono veri e propri assalti improvvisati e scongiurare quella che a tutti gli effetti è un’emergenza.

Qualora tutto ciò non dovesse bastare, membri dell’entourage trumpiano come Steve Bannon hanno promosso la conquista elettorale dei consigli scolastici, dove fino a qualche anno fa le decisioni più contestate riguardavano il riscaldamento delle aule o l’assunzione di un nuovo coach per la squadra di football o di basket.

Un’invasione di campo che è favorita dal largo disinteresse con il quale normalmente queste elezioni sono accolte e che rischia fortemente di mettere in ombra quelli che sono i reali bisogni degli studenti, in favore di una polarizzazione estrema anche della vita quotidiana.

È noto che Steve Bannon pensi che dal caos debba scaturire un nuovo ordine che sostituisca il vecchio “stato amministrativo”. Quello che non è riuscito dall’alto durante la presidenza di Donald Trump, quindi, potrebbe riuscire partendo dal controllo di ciò che viene insegnato nelle aule delle scuole pubbliche americane.

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