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La preghiera del papa diventa un grido contro l’escalation nucleare

(AP Photo/Andrew Medichini)
(AP Photo/Andrew Medichini)

Si è chiuso a Roma l’incontro interreligioso promosso da Sant’Egidio: «Le prime vittime della guerra sono i poveri, le famiglie in fuga e i rifugiati», ha detto Francesco nella preghiera conclusiva al Colosseo

  • La preghiera per la pace dei leader religiosi riuniti a Roma per dire no a tutte le guerre si riassume in una invocazione che va al cuore del problema: la pace serve a salvare le vite degli innocenti, degli ultimi, di coloro che non hanno potere.
  • Nei tre giorni di dibattiti nel centro convegni La Nuvola all’Eur, e di nuovo nelle parole del vescovo di Roma, è tornata ripetutamente la preoccupazione per il rischio di un’escalation nucleare mai vista così vicina e possibile dalla crisi dei missili di Cuba del 1962.
  • Dall’incontro è salita forte la richiesta di negoziato per fermare il conflitto che sta insanguinando l’Ucraina, al contempo i partecipanti ai vari momenti di discussione hanno richiamato l’attenzione sui tanti fronti di guerra aperti oggi nel mondo.

«Ascolta, Signore, la preghiera dei poveri, dei deboli, dei feriti, dei rifugiati che implorano la pace e con loro salva noi tutti dall’odio e dalle guerre». La preghiera per la pace dei leader religiosi riuniti a Roma per dire no a tutte le guerre si riassume in una invocazione che va al cuore del problema: la pace serve a salvare le vite degli innocenti, degli ultimi, di coloro che non hanno potere. L’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio – "Il grido della pace” – iniziato domen

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