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La svolta repressiva della Polonia contro i gay spaventa l’Europa

(Militanti di estrema destra manifestano contro i diritti lgbt a Varsavia. Foto LaPresse)
(Militanti di estrema destra manifestano contro i diritti lgbt a Varsavia. Foto LaPresse)

Dopo la campagna omofoba delle presidenziali di luglio, il Pis ha inasprito la repressione sulle persone lgbt. Arresti di massa, attacchi fisici e verbali, zone “lgbt-free”: così il populismo di destra si accanisce sulle minoranze. E l’Europarlamento prova a farsi sentire

  • La fine della campagna elettorale in Polonia non ha spento i toni omofobi, anzi. Il Pis, che è al governo, ha inasprito la repressione. Il 7 agosto a Varsavia segna un punto di non ritorno, con arresti e molestie sui manifestanti.
  • Il primo candidato gay alle presidenziali racconta le aggressioni subite. La comunità lgbt testimonia l’aumento esponenziale di assalti. Il governo dà il via libera alle derive più estreme e la chiesa polacca chiede «cliniche per curare i gay».
  • L’alternativa è bloccata: i liberali, che hanno mostrato di poter sfidare il Pis, hanno posizioni moderate, solo la metà dei polacchi accetta l’omosessualità. L’Europarlamento vuole intervenire ma i governi frenano.

Sono stato attaccato fisicamente durante tutta la mia vita politica. Sono stato picchiato in strada quando ero parlamentare. Sono stato insultato e minacciato quando ho ambito alla presidenza della repubblica», dice Robert Biedroń, primo candidato presidenziale dichiaratamente gay in Polonia. Con la sua forza politica di sinistra, Primavera, voleva scalfire almeno un po’ il dominio del partito populista di destra Pis (Diritto e Giustizia). Invece Andrej Duda, proposto dal Pis, a luglio si è pres

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