- Il presidente ha presentato il passaggio della riforma sulle infrastrutture come una grande vittoria politica, ma l’iter al Congresso è stato travagliato e ha ulteriormente spaccato il Partito democratico.
- L’ala progressista si è sentita tradita e non ha votato la legge, mentre la speaker della Camera, Nancy Pelosi, cercava l’appoggio dei moderati, che ora sono decisivi per il destino dell’ambizioso piano di riforme della Casa Bianca.
- Pelosi nel 2019 è stata rieletta con la promessa che avrebbe svolto solo due mandati, cedendo il posto a un sostituto più giovane. L’eventualità però lascia presagire la mancanza delle capacità necessarie per far funzionare una macchina arrugginita come il Congresso.
C’è una frase di Bismarck che si può applicare ai lavori del Congresso negli ultimi anni: «Se vi piacciono certe leggi e le salsicce, meglio che non sappiate come queste vengono realizzate». Nel 2010 un articolo del New York Times diceva che ormai è molto più sicuro e certificato il processo di produzione degli insaccati. Sui viaggi delle leggi congressuali, invece, il caos, le trattative inconfessabili e i patti segreti sono ancora all’ordine del giorno. Si è visto con l’approvazione trava



