Gaza è un «campo di morte». Il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, prova a scuotere la comunità internazionale sul dramma umanitario in corso nella Striscia.

«È passato più di un mese senza che una sola goccia di aiuti sia entrata a Gaza. Niente cibo. Niente carburante. Niente medicine. Nessuna fornitura commerciale. Mentre gli aiuti si sono prosciugati, si sono riaperte le porte dell’orrore», ha detto Guterres in un intervento stampa accusando Israele per il blocco degli aiuti umanitari. «In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale, tra cui il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani», ha aggiunto Guterres.

Subito dopo il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Caspar Veldkamp, ha convocato per oggi l’ambasciatore israeliano per discutere di ciò che sta accadendo nella Striscia, dove non si arresta la conta dei morti. Nelle ultime ventiquattrore altre 58 persone sono state uccise e 213 sono rimaste ferite per mano dei raid dell’Idf. Diverse vittime sono ancora sotto le macerie fa sapere il ministero della Salute.

Ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sempre più in difficoltà sul fronte politico interno, intende prosegue i suoi piani. «Siamo determinati a distruggere Hamas, e allo stesso tempo siamo determinati a riportare a casa tutti i nostri ostaggi. Abbiamo anche discusso della visione del presidente Usa perché siamo attualmente in contatto con paesi che vedono la possibilità di accogliere molti abitanti di Gaza. È importante, perché alla fine è quello che deve accadere», ha detto in un videomessaggio all’indomani dell’incontro avuto alla Casa Bianca con il presidente Donald Trump.

Per Hamas, invece, l’escalation militare «non restituirà vivi i prigionieri israeliani, minaccia le loro vite e li uccide. Il loro ritorno (in Israele) è possibile solo attraverso i negoziati».

Macron in Egitto

«La situazione oggi è intollerabile», ha detto Emmanuel Macron mentre, insieme al presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, si trovava nella città di El-Arish, vicino al confine con Gaza nel Sinai. Macron ha chiesto «la ripresa degli aiuti umanitari il più rapidamente possibile». I due hanno fatto visita all’ospedale generale della città dove sono ricoverati diversi feriti palestinesi evacuati dalla Striscia nelle scorse settimane dopo la fine della tregua. Finora l’Egitto ha accolto circa 107mila gazawi, che sono stati sottoposti ai necessari esami medici, mentre oltre 27mila bambini palestinesi sono stati vaccinati. Negli ospedali sono stati accolti più di ottomila palestinesi dal 7 ottobre 2023.

Durante il viaggio al Cairo, il presidente Macron ha firmato un accordo di cooperazione strategica per un impianto di idrogeno verde a Ras Shuqeir dal valore di sette miliardi di dollari, oltre a una serie di accordi bilaterali.

L’indagine indipendente

Intanto non cala l’attenzione sull’uccisione di quindici paramedici della Mezzaluna Rossa per mano dell’esercito israeliano. Nei giorni scorsi il New York Times ha diffuso un video dell’attacco che smentisce la prima versione fornita dall’Idf che minimizzava sull’accaduto facendolo passare come un incidente. Ieri il premier britannico, Keir Starmer, ha chiesto che venga eseguita «un’inchiesta indipendente», mentre il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha definito l’attacco come un «crimine di guerra».

Lo scontro con la Turchia rischia di acuirsi nei prossimi giorni. Ieri ci sono stati contatti informali tra Ankara e Tel Aviv per creare una zona cuscinetto in Siria per evitare di pestarsi i piedi a vicenda.

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