Dall’8 al 10 dicembre scorso si è svolta a Pechino la Conferenza di lavoro sull’economia, l’incontro durante il quale la leadership del Partito comunista cinese traccia un bilancio sull’anno in corso e programma le politiche per quello successivo. Alla Conferenza, presieduta dal segretario generale del Pcc, Xi Jinping, hanno partecipato i sette componenti del Comitato permanente dell’Ufficio politico assieme ai più alti funzionari del governo centrale in materia economica. Di seguito il resoconto dell’agenzia Xinhua.

  • Perché è importante

Xi ha affermato che la Cina deve creare una “linea di base strategica” per garantirsi l’autosufficienza in materie prime essenziali. Lo scontro con gli Stati Uniti e una parte dei loro alleati (emblematico il caso dell’Australia) e la pandemia di Sars-CoV-2 hanno reso l’approvvigionamento sicuro di materie prime agricole, minerali ed energetiche una delle cinque “importanti questioni teoriche e pratiche”, seguita dal “benessere comune”; la regolamentazione del capitale; la capacità di fronteggiare i principali rischi finanziari; la neutralità carbonica. La Cina proverà a stabilire una soglia massima per le importazioni di materie prime, ad aumentarne il reperimento in patria, e a «rafforzare le riserve nazionali di materiali strategici», ha spiegato Xi. I passi di Pechino verso l’autosufficienza sono destinati ad avere ripercussioni sui mercati internazionali delle materie prime.

  • Il contesto

La Conferenza ha invitato tutte le strutture del partito a favorire in ogni modo la “stabilità” (che appare 25 volte tra le 4.700 parole del comunicato finale) nell’anno in cui si svolgerà il XX Congresso nazionale, nonostante «lo sviluppo economico della Cina stia affrontando la pressione della contrazione della domanda, degli shock dell’offerta e dell’indebolimento delle aspettative e l’ambiente esterno stia diventando sempre più complicato, cupo e incerto». Una fase di profonde incertezze analizzata su Domani da Alessandro Penati.

La domanda della macchina industriale cinese attualmente dipende (in alcuni casi fino all’80 per cento) dalle importazioni di una vasta gamma di materie prime: greggio, soia, minerale di ferro, gas naturale, rame, bauxite, tra le tante. Gli obiettivi di crescita verranno ufficializzati durante la riunione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, nel marzo prossimo, ma è improbabile che il prodotto interno lordo della Cina nel 2022 possa crescere di oltre il 5 per cento.

Sui semiconduttori Pechino non riesce a recuperare terreno

La Cina non è ancora riuscita a compiere passi avanti significativi verso l’autosufficienza nella produzione di semiconduttori, e la sua industria rimane pertanto fortemente esposta ai divieti di esportazione e alle sanzioni statunitensi. La conferma arriva dal vice segretario dell’associazione di categoria China Electronic Production Equipment Industry Association (Cepea), Jin Cunzhong, che ieri ha partecipato a un forum sull’argomento a Chongqing, nella Cina sud-occidentale.

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  • Perché è importante

Ieri Bloomberg ha rivelato che l’amministrazione Biden sta valutando di imporre sanzioni più severe nei confronti di Semiconductor Manufacturing International Corp (Smic), il principale produttore di semiconduttori della Cina. Smic sta costruendo tre nuovi impianti (a Pechino, Shanghai e Shenzhen) incentrati sul processo produttivo a 28 nanometri. L’amministratore delegato, Zhao Haijun, ha avvertito di possibili ritardi nelle approvazioni statunitensi delle licenze necessarie per esportare attrezzature a Smic. 

Come spiegato in questo articolo di Domani da Stefano Pelaggi, Taiwan resta il principale produttore di semiconduttori, diventati sempre più centrali nella manifattura con l’avvento dei dispositivi intelligenti, dalle automobili, agli elettrodomestici.

  • Il contesto

Sotto l’ex presidente Donald Trump, gli Stati Uniti hanno inserito Huawei e Smic nella loro “Entity List”, impedendo ai due colossi cinesi di fare affari con aziende americane. Queste restrizioni sono rimaste in vigore anche dopo l’arrivo di Joe Biden alla Casa bianca. Il 25 novembre, il dipartimento del commercio degli Stati Uniti ha inserito nella lista nera anche una consociata di semiconduttori di H3C Technologies, insieme ad altre undici entità cinesi.

«È opinione comune che dobbiamo ottenere tecnologie autonome e controllabili», ha scritto su Weibo, il Twitter cinese, Gu Wenjun, analista capo della società di ricerca sui semiconduttori con sede a Shanghai ICwise, «ma c’è un enorme disaccordo su come la Cina può ottenere tecnologie autonome e controllabili».

YUAN, di Lorenzo Riccardi

Nel 2022 l’Asia crescerà grazie alla Rcep

L’Asia si confermerà nel 2022 come una delle regioni più dinamiche e solide dal punto di vista economico, aumentando la sua importanza nei processi di globalizzazione. Nell’ultimo decennio – grazie anche alla spinta di Pechino – nel commercio e negli organismi multilaterali, il baricentro del mondo si è sempre più spostato verso est. Questo è stato reso possibile da diversi progetti che hanno intensificato i rapporti tra i paesi dell’area, quali la Belt and road initiative (Bri) promossa dalla Cina, e i negoziati che hanno condotto alla firma del più grande trattato di libero scambio al mondo, il Regional comprehensive economic partnership (Rcep), che entrerà in vigore proprio il 1° gennaio del 2022.

La Rcep è un accordo economico e commerciale tra le principali economie della regione Asia-Pacifico, e annovera i dieci membri dell’Associazione delle nazioni del sud est asiatico (Asean), più la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda.

Il principale vantaggio che la Rcep garantirà ai propri membri sarà un maggiore e più libero accesso ai mercati dei principali paesi dell’Asia e del Pacifico, con la finalità di eliminare le barriere all’accesso e oltre il 95 per cento dei dazi attualmente applicati a beni e servizi.

Per la Cina, la Rcep rappresenta un’opportunità per rafforzare ulteriormente i rapporti, anche dal punto di vista diplomatico, con i suoi vicini. Nonostante la promozione del concetto di “doppia circolazione” e lo stimolo della domanda interna, il governo cinese è consapevole dell’importanza che l’interscambio commerciale con gli altri paesi riveste nelle relazioni regionali.

I 14 partner membri dell’accordo di libero scambio rappresentano, in base ai dati rilasciati dalle dogane cinesi per i primi dieci mesi del 2021, oltre il 31 per cento dei 4.892 miliardi di dollari di scambi commerciali registrato dalla Cina. Da evidenziare inoltre che, a differenza di quanto succede con gli Stati Uniti e l’Unione europea, i membri della Rcep sono, a livello aggregato, degli esportatori netti verso la Cina: il disavanzo commerciale che la Cina ha registrato verso i partner Rcep nei primi dieci mesi 2021 è infatti di oltre 112 miliardi di dollari (contro i 321 e 161 miliardi di surplus nei confronti rispettivamente di Stati Uniti e Unione europea).

Al via nel Jiangsu le prigioni governate da tecnologia blockchain

Da un lato i detenuti e i loro parenti, che continuano a denunciare abusi nelle carceri cinesi, dove circa 300mila agenti di polizia penitenziaria sorvegliano 1.800.000 prigionieri. Dall’altro il governo, preoccupato per la corruzione che spesso dà luogo a scarcerazioni anticipate e a libertà condizionali ingiustificate. Così la Cina ha pensato di risolvere il problema con la tecnologia blockchain, utilizzata nell’amministrazione di ventuno prigioni nel Jiangsu. La sperimentazione della provincia orientale dovrebbe essere estesa presto a seicento istituti di pena su tutto il territorio nazionale.

  • Perché è importante

La piattaforma adottata dall’autorità penitenziaria provinciale del Jiangsu ha oltre 800 funzioni e quasi 1.200 procedure per fornire risposte univoche per il sistema di valutazione, punizione e ricompense dei detenuti.

Secondo un documento pubblicato dal governativo Xinhua daily, «l’intero processo di applicazione della legge verrà registrato online e il 100 per cento dei casi può essere tracciabile in ogni fase». Un sistema simile sarebbe in grado di impedire una “mattanza di stato”, come quella avvenuta a Santa Maria Capua Vetere, raccontata su Domani da Nello Trocchia?

Il sistema di gestione delle riduzioni di pena e della libertà vigilata, ad esempio, è collegato con i tribunali e la procura in modo che l'intera procedura possa essere gestita online e verificata in rete dai cittadini.

  • Il contesto

Blockchain è un database diffuso all’interno del quale le informazioni vengono sincronizzate e condivise da tutti i partecipanti. I dati non sono di proprietà di una singola autorità: in tal modo vengono assicurati la trasparenza e le informazioni non possono essere manomesse.

Blockchain è stata menzionata per la prima volta nel XIV Piano quinquennale (2021-2025), secondo il quale essa è una delle “nuove industrie digitali” che dovrebbe essere “coltivata e ampliata”.

In Cina blockchain è già stata impiegata in alcune applicazioni amministrative. Ad esempio, durante la pandemia di Sars-CoV-2, la provincia del Guangdong e la vicina regione amministrativa speciale di Macao hanno lanciato un sistema di codici sanitari Qr reciprocamente riconosciuto e alimentato da blockchain.

Consigli di lettura della settimana:

Lockdown Voices: Chinese Doctors Urge More humane Covid Policies

Why Is China Insisting It Is a Democracy?

China’s big moment of choice on trade policy

Digital Currency, VR, and Green Tech at 2022 Winter Olympics in Beijing

Good Bye Hu Xijin

Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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