- Il governo italiano sembra aver investito molto più del precedente nelle relazioni con gli alleati europei. Si è aperto un periodo molto positivo con la Francia anche su un capitolo delle relazioni bilaterali storicamente concorrenziale come il Mediterraneo.
- I nuovi leader libici non appaiono forse noti e autorevoli ma costituiscono la possibilità di fare tabula rasa di alleanze e influenze tra fazioni interne e attori esterni che hanno costituito un vincolo a un dialogo costruttivo.
- Con il favore di un contesto internazionale mutato gli europei sembrano prendere atto che l’unica soluzione sia quella di smettere di fare affidamento sugli altri per fare il lavoro pesante.
La visita di ieri a Tripoli del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, insieme ai suoi omologhi tedesco e francese, Heiko Maas e Jean-Yves Le Drian, è il chiaro segnale di una ritrovata unità d'intenti europea sulla questione libica. La missione congiunta rappresenta una notizia positiva per due motivi. Il primo è relativo alla capacità della Ue di individuare i propri interessi prioritari (alla buon’ora, si dirà) e di formare una coalizione piccola, ma assai influente, di paesi che agiscono al



