L’Argentina ha ufficialmente legalizzato l’aborto. Dopo la Camera, anche il Senato del paese sudamericano ha approvato con 38 voti a favore e 29 contrari il testo che rende legale l’aborto se praticato entro le prime 14 settimane di gravidanza. Il diritto ad abortire era finora valido solo in caso di stupro o di pericolo per la salute delle donne in gravidanza. Dopo la decisione i sostenitori della riforma hanno festeggiato sventolando bandiere verdi mentre gli attivisti pro life, anche loro radunati fuori dal Senato, sono rimasti in silenzio delusi dal voto.

La rivincita dopo il 2018

Il voto di oggi rappresenta la rivincita degli attivisti per i diritti civili dopo che nel 2018 un primo tentativo di legalizzare l’aborto era fallito. Rispetto a due anni fa però, c’è stata una grossa differenza: questa volta il governo era favorevole alla riforma. Nel 2018, infatti, il governo conservatore del presidente, Mauricio Macri, era riuscito a bloccare la legalizzazione sul filo del rasoio al termine di un estenuante dibattito parlamentare. Anche questa volta il processo dentro gli organi legislativi è stato moltolungo pieno di riunioni fiume dai toni spesso accesi, ma la posizione dell’attuale presidente,  Alberto Fernández, capo del Partito giustizialista fondato dall’ex presidente populista, Juan Domingo Peròn, si è schierato con i manifestanti approvando la riforma.

Il peso della Chiesa cattolica

Per tutta la durata del dibattito sulla riforma, la chiesa cattolica ha rappresentato uno dei maggiori avversari dell’estensione del diritto all’aborto. L’Argentina è un paese fortemente cattolico dove la chiesa esercita da secoli una forte influenza su gran parte della popolazione. Al termine del dibattito alla Camera, il capo dei vescovi argentini aveva chiesto ai parlamentari di tornare sui propri passi.

Il travaglio dei cattolici è ben testimoniato dalla decisione dello stesso presidente Fernández che pur professandosi cattolico ha detto di avere votato a favore della legge sull’aborto ricordando come dal 1983 «circa tremila donne sono morte a causa di aborti clandestini» che ora saranno evitati. La speranza di molti attivisti è che la decisione dell’Argentina sproni anche altri paesi fortemente cattolici ad approvare riforme simili. Per ora in Sud America solo Cuba, Uruguay, e parti del Messico hanno legislazione simile a quella argentina. In Europa il diritto all’aborto è anche stato recentemente messo in pericolo da una sentenza in Polonia che ha scatenato molte proteste.

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