Dal 1948 al 1996 l’Arizona ha sempre votato per presidenti repubblicani. Poi quattordici anni fa ha dato fiducia ai democratici, ma si è trattato di un’eccezione: dopo, è tornata alle sue preferenze di sempre. Fa notizia quindi che ora Joe Biden sia riuscito a mettere la bandierina blu proprio su questo stato, nel quale Donal Trump quattro anni fa aveva battuto Hillary Clinton con tre punti di vantaggio. Il dem Mark Kelly, ex astronauta, ha vinto il seggio del Senato che fu di John McCain.

Principi di cambiamento

In parte la svolta può trovare una spiegazione nel cambiamento demografico e sociale che ha preso piede in questo stato. Da luogo ideale dove spendere gli anni della pensione si è trasformato – anche grazie allo sviluppo, qui, del settore imprenditoriale tecnologico - in un polo di attrazione per giovani lavoratori di svariate etnie. Già nelle elezioni di mid term del 2018 proprio la spinta dei più giovani ha fatto sì che Kyrsten Sinema abbia potuto conquistare un seggio democratico al Senato. Era da decenni che non capitava. ,

Il supporto dei latinos

L’area metropolitana di Phoenix da sola rappresenta il sessanta per cento dell’elettorato dell’Arizona, e proprio qui si intravedono quei cambiamenti – anche demografici – sui quali i democratici hanno fondato la loro strategia. Ci sono gli elettori delle periferie, delusi dai repubblicani, e ci sono i latinos che spingono la volata dem. Proprio le organizzazioni sindacali e le associazioni dei latinos hanno organizzato una campagna elettorale porta a porta che ha fatto gioco a Biden.

© Riproduzione riservata