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Le riforme del Partito comunista cinese non sono “aperturiste” come si credeva

Il plenum del Partito comunista cinese non consegna “riforme” nel senso dell’apertura al libero mercato. La “Nuova era” proclamata da Xi Jinping serve soprattutto a rafforzare l’organizzazione del partito e la sua presa sull’economia e sulla società

Le aspettative suscitate dal terzo plenum del comitato centrale del Partito comunista che si è concluso giovedì 18 a Pechino sono il frutto di un fraintendimento. Le importanti “riforme” annunciate dallo stesso Pcc come esito del consesso quinquennale dedicato all’economia non sono infatti ciò che esse hanno finito per significare nelle democrazie liberali, ovvero aperture politiche e di mercato. Le svolte in quella direzione fanno parte del passato della Repubblica popolare cinese: Deng Xiaopin

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