- A Shanghai, Pechino, Urumqi, Nanchino e Wuhan scoppiano manifestazioni di protesta mai viste dai tempi di Tiananmen.
- La solidarietà alle minoranze dello Xinjiang si mischia alla rabbia per la brutale politica “zero Covid” e per la censura del regime.
- I ragazzi protestano agitando cartelli bianchi e mostrando fiori dello stesso colore, simbolo del lutto. È l’inizio di un nuovo movimento, come quello del 1989? Troppo presto per dirlo. Ma ai germogli di una protesta che è tutta politica non manca il terreno fertile per crescere.
La protesta, clamorosa, è iniziata nel cuore della notte di Shanghai, alle 2:00 di ieri, quando centinaia di giovani hanno acceso candele e deposto mazzi di fiori bianchi (il colore del lutto in Cina) nella centralissima via Urumqi. Un luogo simbolo, scelto, attraverso il tam-tam via Telegram, per attaccare frontalmente la politica “contagi zero” voluta dal presidente Xi Jinping. A Urumqi, il capoluogo dello Xinjiang, giovedì scorso sono morte almeno dieci persone in uno dei drammi che si r



