Il leader delle forze ribelli del Tigray ha detto che l’esercito etiope ha iniziato l’attacco alla capitale della regione, Macallè. Secondo il partito che governa la zona, il Fronte per la liberazione del Tigray (Tplf), la città è sotto un «pesante bombardamento». Il portavoce del governo centrale ha detto che l’esercito federale non bombarderà i civili. Giovedì, il premier etiope, Abiy Ahmed, aveva annunciato l’inizio della «fase finale» delle operazioni militari contro il Tplf dopo la scadenza dell’ultimatum di tre giorni dato ai ribelli affinché si arrendessero.

La guerra è iniziata il 4 novembre quando Ahmed ha accusato le forze del Tigray di avere attaccato una base militare federale. Le Nazioni unite hanno a più riprese chiesto il cessate il fuoco evidenziando il rischio di una crisi umanitaria nella regione. Secondo i dati dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, sono infatti oltre 200mila profughi in fuga dalla guerra nel Tigray che raggiungeranno il vicino stato del Sudan che ha già raddoppiato la capienza dei suoi campi profughi. Ahmed ha sinora rigettato ogni proposta di intavolare un tavolo per le trattative di pace avanzata sia dall’Unione africana sia dalle Nazioni Unite.

© Riproduzione riservata