- Dopo il disastro siriano e la rotta afghana i cosiddetti occidentali rischiano di scrivere in Libia il terzo capitolo del loro, e nostro, sommesso declino.
- Nel paese che dieci anni fa la Nato travolse ora scorrazzano un centinaio di milizie locali e 20mila guerrieri stranieri, tra mercenari a disposizione del generale Haftar (russi, sudanesi, chadiani) e militari turchi con ascari siriani al seguito che difendono il governo di Tripoli.
- Europei e americani puntano le loro carte residue sulle elezioni parlamentari e presidenziali, al momento previste dall’Onu per il 24 dicembre. Ma l’esito potrebbe essere catastrofico.
Cartografia: Luca Mazzali / faseduestudio / Appears srl. Dopo il disastro siriano e la rotta afghana i cosiddetti occidentali rischiano di scrivere in Libia il terzo capitolo del loro, e nostro, sommesso declino. Nel paese che dieci anni fa la Nato travolse ora scorrazzano un centinaio di milizie locali e 20mila guerrieri stranieri, tra mercenari a disposizione del generale Haftar (russi, sudanesi, chadiani) e militari turchi con ascari siriani al seguito che difendono il governo di Tripoli.



