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L’indescrivibile emozione di non astenersi dal voto. Un racconto del 2 giugno 1946

Per non dimenticare la lezione democratica giova tornare con la memoria a quando gli italiani riconquistano il diritto al voto dopo la parentesi buia della dittatura fascista

  • Nell'Italia di oggi, dove l’astensionismo aumenta di intensità ad ogni tornata elettorale, giova tornare con la memoria a quel 2 giugno del 1946, quando gli italiani riconquistano il diritto al voto dopo la parentesi buia della dittatura fascista.
  • Per la prima volta partecipano al voto anche le donne, a parte le poche che vi si erano recate qualche settimana prima per le elezioni amministrative.
  • L’occasione è tale, storica, che molti si recano ai seggi «vestiti a festa»: «Completo blu a lunette bianche, mamma Gerolama aveva acquistato la stoffa in un negozio» (la sarda Francesca Sirigu). «Il mio Babbo si era messo il vestito buono con la cravatta, come se andasse a un matrimonio», ricorda Giancarlo Governi.

Nell'Italia di oggi, dove l’astensionismo aumenta di intensità ad ogni tornata elettorale, giova tornare con la memoria a quel 2 giugno del 1946, quando gli italiani riconquistano il diritto al voto dopo la parentesi buia della dittatura fascista. Quella domenica e la mattina seguente, infatti, milioni di persone si recano in massa alle urne per scegliere i loro rappresentanti all’Assemblea costituente e dire la propria nel referendum tra monarchia e repubblica. E per la prima volta parteci

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