Al Jazeera diffonde un video con i miliziani di Hamas alla ricerca dei corpi degli ostaggi tra le macerie di Gaza
L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ribadisce «l'impegno dell'amministrazione Trump perché tutti i corpi degli ostaggi ancora detenuti a Gaza vengano restituiti». «Perseguiremo l'obiettivo della restituzione dei corpi dei defunti finché non torneranno tutti a casa», ha dichiarato a Washington, durante un evento presso l’US Holocaust Memorial Museum.
Hamas afferma di voler restituire «tutti i corpi degli ostaggi rimasti a Gaza» ma chiede tempo, spiegando che «alcuni di questi corpi sono stati sepolti in tunnel distrutti» mentre altri si troverebbero «sotto le macerie degli edifici bombardati». Israele avverte che, in caso di mancata consegna, «riprenderà i combattimenti a Gaza».
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto una telefonata con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definita da fonti citate da Ynet «positiva e cordiale». I due leader hanno discusso «dei progressi nel processo d'individuazione e restituzione dei dispersi».
PUNTI CHIAVE
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Al Jazeera diffonde video di membri Hamas in cerca di corpi ostaggi
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Witkoff, nessuna pace se gazawi non avranno vita decente
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Hamas ribadisce, trovare i corpi richiede tempo
Meloni: «L'Italia continuerà a fare la sua parte»
"L'Italia non si è mai tirata indietro e continuerà a fare la propria parte a tutti i livelli, secondo quelle che saranno le necessità per sostenere il processo di pace e la ricostruzione della Striscia di Gaza. La credibilità e l'autorevolezza che ci vengono riconosciute da tutte le parti nella regione, e che si somma alla storica capacità della nostra nazione di dialogare e confrontarsi con tutti, ci attribuiscono una responsabilità a cui non intendiamo venire meno. Perché il Mediterraneo è la nostra casa, e il suo futuro dipende solo dalle scelte che faremo oggi. Insieme". Ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Qatar: «Netanyahu ha accettato l'accordo di pace solo per la pressione Usa»
"Netanyahu ha accettato l'accordo solo per la pressione degli Stati Uniti e solo dopo aver superato la linea rossa che il mondo intero pensava che non avrebbe dovuto superare", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al Ansari. "Il 9 settembre Israele ha superato la linea rossa con l'attacco a Doha, un attacco contro un Paese che rappresentava entrambe le parti nei negoziati per Gaza e che stava mediando in partnership con gli Stati Uniti", ha aggiunto parlando dell'attacco israeliano ai leader di Hamas riuniti a Doha.
Hamas invita i mediatori ad attuare l'accordo di pace
Hamas ha esortato i paesi mediatori del piano di pace - Egitto, Qatar e Turchia - a dare seguito all'attuazione delle disposizioni dell'accordo. L'organizzazione chiede di aumentare l'ingresso di aiuti a Gaza, riaprire in entrambe le direzioni il valico di Rafah e avviare il processo di ricostruzione nella Striscia. Oltre a chiedere che vengano assicurati alla giustizia "coloro che hanno commesso crimini di guerra" contro i palestinesi. Lo riporta Al Jazeera.
Camion di aiuti attraversano il valico di Rafah, domenica l'apertura ufficiale
Questa mattina, alcuni camion che trasportavano aiuti umanitari e carburante sono passati attraverso il valico di Rafah per entrare a Gaza. Lo riporta Reuters. Il valico di frontiera era stato chiuso da Israele per il ritardo di Hamas nella consegna degli ostaggi. A questo punto, dovrebbe essere ufficialmente riaperto domenica e Tel Aviv sta effettuando "tutti gli accordi e i preparativi per questo". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar.
Katz: «L'Idf sta delimitando la linea gialla nella Striscia»
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato che l'Idf sta lavorando al collocamento di "segnali" lungo la "linea gialla" a Gaza, riferimento per la prima fase del ritiro dell'esercito. Secondo il Times of Israel, l'obiettivo è chiarire in modo netto quale sia l'area sotto il controllo militare israeliano. "A ogni violazione o tentativo di superare la linea si risponderà con il fuoco", ha dichiarato Katz.
Israele ha bloccato l'ingresso della protezione civile turca nella Striscia
Gli 81 esperti della protezione civile turca, inviati da Ankara, sono stati bloccati da Israele che ne ha impedito l'ingresso nella Striscia di Gaza. Una parte della squadra doveva aiutare a individuare i corpi dei 19 ostaggi israeliani che Hamas non riesce a trovare, dopo le accuse di Tel Aviv di non rispettare gli accordi di pace. Gli esperti si trovano ora in Egitto aspettando di capire cosa succederà. Tra gli obiettivi, c'era anche l'invio di aiuti umanitari e la rimozione delle macerie.
Al Jazeera diffonde video di membri Hamas in cerca di corpi ostaggi
Al Jazeera ha diffuso nella notte un video che mostrerebbe membri di Hamas tra le macerie di Khan Younis, in cerca dei corpi dei 19 ostaggi israeliani non ancora restituiti. Il filmato mostra presunti affiliati del gruppo estremista che manovrano ruspe e macchinari pesanti per rimuovere le macerie dalle strade. Hamas sostiene che servira' tempo per localizzare le salme in quanto si trovano in tunnel o tra i resti di edifici bombardati da Israele durante gli incessanti attacchi sulla Striscia di Gaza degli ultimi due anni. Tel Aviv ritiene invece che la fazione palestinese non abbia consegnato tutti i corpi di cui e' in possesso, tradendo cosi' i termini dell'accordo di pace.
Gaza, media: Dal gas agli ospedali le aziende italiane per la ricostruzione
"Qualsiasi lista, come qualsiasi numero, al momento è un esercizio retorico che lascia il tempo che trova: l'unica cosa seria che si può dire è che nel piano che sarà scritto o dettato da Washington, per la prima volta dopo anni, in un contesto europeo, l'Italia potrebbe anche avere un ruolo pari o superiore a storici competitor come Berlino o Parigi". E' la frase che riporta il Corriere della Sera attribuendola a chi nel governo conosce il dossier da vicino, ma è restio a fare altre considerazioni. Sono tante le aziende italiane che sarebbero coinvolte nella ricostruzione di Gaza: Da Webuild all'Eni, la regina delle nostre partecipate, che però non si sa ancora quale ruolo potrebbe svolgere: di sicuro al momento c'è solo l'ipotesi (gara vinta, licenze non ancora assegnate) di sfruttare un giacimento che sta a 150 miglia da Gaza, ma in acque israeliane. E ancora si legge "nelle stanze del governo si fanno diversi esempi: occorrerà ricostruire dalla macerie, ripristinare la rete elettrica o del gas, ma le considerazioni attuali sono tutte infondate: Saipem potrebbe avere un ruolo se le grandi arterie di trasporto del gas saranno ricostruite, e invece Italgas avrebbe un protagonismo diverso e magari alternativo se all'Italia toccasse ripristinare la rete cittadina". Viene citato anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri: "Gli italiani sanno lavorare bene come forza di stabilizzazione, perché gli italiani hanno lavorato in Afghanistan, in questo settore, in Libano e anche in Iraq. Siamo pronti a fare ciò che dobbiamo fare, con gli altri, ma anche nel settore privato. Per la ricostruzione, siamo pronti a fare di più nel settore sanitario, per la creazione di nuovi ospedali moderni. Siamo pronti anche per la ricostruzione delle università. Non è facile lavorare per la ricostruzione, perché prima bisogna ripulire l'area dalle macerie, ma anche in questo settore in Italia ci sono molte aziende, esperti, che si occupano di tutto per l'esperienza fatta con i nostri terremoti"
Witkoff, nessuna pace se gazawi non avranno vita decente
Se "gli israeliani non devono vivere sotto la minaccia di razzi o attacchi terroristici", allo stesso modo i gazawi "devono essere in grado di vivere una vita decente, altrimenti non ci sarà la possibilità di una pace di lungo termine". Lo ha dichiarato l'inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, a margine di un evento a Washington in memoria delle vittime degli attacchi del 7 ottobre 2023. "Vogliono stabilità, opportunità, una vita migliore per i loro bambini", ha aggiunto Witkoff, "un futuro per i gazawi deve includere lavoro, educazione, speranza, aspirazioni, non solo pistole e violenza". "Solo quando finisce l'estremismo la prosperita' puo' iniziare", ha detto ancora l'inviato a proposito della necessita' di un disarmo di Hamas, "la pace nella regione salverà un numero incalcolabile di vite in Israele e a Gaza e porterà dignità a coloro che hanno sofferto per troppo tempo".
Witkoff, fiducioso su restituzione corpi ostaggi
L'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ribadisce l'impegno dell'amministrazione Trump perché tutti i corpi degli ostaggi ancora detenuti a Gaza vengano restituiti.
"Perseguiremo l'obiettivo della restituzione dei corpi dei defunti finché non torneranno tutti a casa. E sono fiducioso che torneranno tutti a casa", ha affermato durante un evento presso l'US Holocaust Memorial Museum di Washington, in occasione del secondo anniversario dell'attacco di Hamas del 7 ottobre. Witkoff ha sottolineato il ruolo fondamentale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel garantire un cessate il fuoco la scorsa settimana, che ha portato al rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita. "Il presidente Trump ha capito qualcosa che la maggior parte dei leader dimentica: che la chiarezza morale senza forza non significa nulla, ed è proprio questa combinazione di convinzione e potere che ha salvato delle vite", ha detto l'inviato statunitense. Negli ultimi giorni dei colloqui a Sharm el-Sheikh, all'inizio di questo mese, i paesi mediatori sono riusciti a convincere "Hamas che tenere i restanti 20 ostaggi non era più un vantaggio. Era una loro responsabilità, e hanno iniziato a crederci", ha aggiunto Witkoff.
Mamdami: Hamas dovrebbe deporre le armi
Il candidato Dem a sindaco di New York, Zorhan Mamdani, ha detto, nel dibattito a tre con l'ex governatore Andrew Cuomo e il repubblicano Curtis Sliwa, che "ovviamente Hamas dovrebbe deporre le armi".
La questione Israele/Gaza è un terreno minato per Mamdani. Il frontrunner è ansioso di non alienare la sua base anti-Israele, ma vuole anche ampliare il proprio sostegno tra gli elettori più moderati. Mamdani è passato all'attacco ricordando che Cuomo è stato criticato per non aver visitato moschee.
"Ci è voluto un candidato musulmano perché mettesse piede in una moschea", ha detto Mamdani, che sarebbe il primo sindaco musulmano di New York.
Hamas ribadisce, trovare i corpi richiede tempo
Hamas ha nuovamente affermato in una dichiarazione ufficiale che la restituzione dei corpi di altri ostaggi richiedera' tempo. "Alcuni si trovano in tunnel distrutti da Israele e altri rimangono sotto le macerie degli edifici bombardati. Il recupero dei corpi di altri ostaggi richiede attrezzature per la rimozione dei detriti, impossibili da trasportare a causa del divieto israeliano", ha affermato Hamas, aggiungendo di voler rimanere fedele all'accordo.
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