Erdogan non è riuscito nell’esercizio di equilibrismo geopolitico con cui voleva ricucire con il Cairo e allo stesso tempo affermarsi come potenza egemone sul paese nordafricano in una crisi senza fine
- In assenza di altri attori a parte i russi, Ankara e il Cairo sono ai ferri corti in Libia.
- Ognuno sostiene un diverso premier e tale lite aumenta la frammentazione generale.
- Ad al Sisi non basta qualche estradizione di Fratelli musulmani: l’Egitto vuole rimanere il paese egemone in nord Africa.
Non sempre l’equilibrismo riesce. In Libia il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non è (ancora) riuscito a mantenersi in bilico tra la volontà di ricucire con l’Egitto e quella di diventare la potenza egemone nel paese nordafricano in crisi. Le recenti mosse della Turchia a Tripoli stanno minando il nascente dialogo con l’Egitto, anche se Ankara aveva adottato una serie di misure contro i Fratelli musulmani per compiacere al Cairo. Com’è noto, le relazioni tra Egitto e Turchia erano stat



