Dopo diverse settimane di attesa, la controffensiva ucraina si appresta ad entrare nel vivo. Lo ha annunciato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky in un’intervista al Wall Street Journal. «Crediamo con forza che avremo successo. Non so quanto ci vorrà, per essere onesti può andare in molti modi, completamente diversi. Ma ce la faremo e siamo pronti», ha aggiunto Zelensky che però chiede agli alleati occidentali della Nato di rispettare gli accordi presi sull’invio di armi. Ogni arsenale – in particolare i sistemi di difesa aerea Patriot – diventa decisivo in questa fase della battaglia con cui Kiev punta alla riconquista dei territori finiti sotto il controllo russo nell’ultimo anno e a proteggere la sua capitale, ultimamente presa di mira dai droni e missili russi.

Più cauto, invece, il vice ministro della Difesa ucraino Volodymyr Havrylov che alla Reuters ha detto: «I piani per la controffensiva sono ancora in corso». Ma l’esercito ha «l’ambizione di liberare i nostri territori quest'anno», ha aggiunto.

Il vice ministro ha detto che i continui attacchi con missili balistici da parte di Mosca avvenuti nel mese di maggio sono un’ultima risorsa strategica. I bombardamenti hanno avuto un basso impatto dato che oltre il 90 per cento dei missili sono stati intercettati dai «moderni sistemi di difesa aerea, che abbiamo ricevuto dai nostri partner», ha detto.

L’entusiasmo americano

Nelle ultime settimane dai vertici militari statunitensi filtravano dubbi sulla buona riuscita della controffensiva. L’ex capo della Cia David Petraeus ha detto al programma Today di Radio 4 della Bbc che «questa controffensiva sarà molto impressionante». 

«Ho l’impressione che si otterranno effetti di armi combinate, in altre parole, si riuscirà a portare a termine con successo operazioni di armi combinate in cui ci sono ingegneri che superano gli ostacoli e diffondono i campi minati e così via; i mezzi corazzati che proseguono protetti dalla fanteria contro i missili anticarro; la difesa aerea che tiene lontani i velivoli russi; la guerra elettronica che disturba le loro reti radio; la logistica proprio dietro di loro; l'artiglieria e i mortai proprio di fronte a loro», ha aggiunto nell’intervista.

Bocciato il piano di pace indonesiano

L’Indonesia, per mano del suo ministro della Difesa Prabowo Subianto, ha presentato un piano di pace all’Ucraina che è stato però respinto categoricamente. Il ministro ha chiesto ai vertici militari dei paesi riuniti a Singapore in occasione del Dialogo di Shangri-La di chiedere un cessate il fuoco per arrivare poi alla proposta: zona smilitarizzata e un referendum delle Nazioni Unite in quello che ha definito territorio conteso.

Da parte ucraina ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri il quale ha detto che ogni proposta di cessate il fuoco permetterebbe all’esercito di Mosca di riorganizzarsi militarmente e di rafforzarsi. «Nei territori occupati, l'esercito russo commette crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. La Russia sta ora cercando in tutti i modi di disturbare la controffensiva ucraina», ha detto il portavoce.

«Non abbiamo intenzione di negoziare alcun accordo che comporti la perdita del nostro territorio, compresa la Crimea», ha invece risposto il viceministro della Difesa ucraino.

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