- Conte non è Moro, si è visto bene. E Moro non c’è, si vede anche questo. Sono rimasti però al centro della scena un post moroteo come Mattarella e un diversamente moroteo come Draghi.
- Mattarella vede il vuoto nella crisi di governo e nella fine anzitempo della legislatura. Draghi vede il vuoto nella consunzione degli equilibri della sua maggioranza e nella violazione di un sia pur minimo galateo della sua coalizione.
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Evitiamo di chiedere riedizioni pedisseque di Moro anche a quanti magari si sono idealmente formati più vicino alla sua scuola. Ma cerchiamo di non dimenticare del tutto alcune di quelle regole universali a cui egli s’è ispirato e di cui gronda ancora oggi il suo ricordo.
Conte non è Moro, si è visto bene. E Moro non c’è, si vede anche questo. Sono rimasti però al centro della scena un post moroteo come Mattarella e un diversamente moroteo come Draghi. Neppure loro “sono” Moro, è ovvio. Ma ne riecheggiano qualche tratto, ognuno a modo suo, e ne rendono attuale qualche monito. L’orrore del vuoto, innanzitutto. Moro temeva il troppo potere, specialmente quando finiva in mani poco amichevoli. Ma temeva ancora di più, se possibile, lo svuotamento di quel potere,



