Giovedì un raid dell’esercito di Tel Aviv avrebbe ucciso Ahmed Ghaleb al Rahwi, primo ministro del governo che controlla una parte dello Yemen
Nel giorno successivo all’annuncio che l’Onu potrebbe iniziare a ritirare la missione Unifil in Libano tra non troppo tempo, la stampa yemenita ha diffuso la notizia che uno dei raid israeliani dei giorni scorsi avrebbe ucciso il primo ministro Ahmed Ghaleb al Rahwi.
Intanto, a Gaza continuano i lavori di spianamento della Striscia. L’Idf ha finora demolito più di 1500 case nel quartiere di Zeitoun dall’inizio di agosto. Nella parte meridionale della periferia non è rimasto più un edificio in piedi. Le demolizioni costanti e programmate hanno fatto evacuare circa l’80 per cento dei residenti.
PUNTI CHIAVE
14:40
Il bilancio delle vittime a Gaza supera i 63.000
07:48
Media: "Israele ha ucciso il primo ministro al Rahawi"
Usa, revocati i visti a funzionari dell’Autorità Palestinese e dell’Olp
L’amministrazione Trump ha revocato i visti ai funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese e dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Il Dipartimento di Stato ha giustificato la decisione accusando l’Anp di portare avanti «campagne di lawfare», come i ricorsi alla Corte internazionale di giustizia e alla Corte penale internazionale, oltre alla richiesta di riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese. Tali azioni, secondo Washington, avrebbero contribuito «al rifiuto di Hamas di rilasciare i suoi ostaggi e alla rottura dei colloqui di cessate il fuoco a Gaza».
51 morti negli attacchi israeliani a Gaza dall’alba
Secondo fonti ospedaliere, il numero dei palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza dall’alba è salito a 51. Almeno sette delle vittime sono state colpite mentre cercavano aiuto nei pressi del corridoio Netzarim, nella parte centrale della Striscia.
Sei paesi europei condannano l’offensiva israeliana su Gaza
I ministri degli Esteri di Spagna, Norvegia, Irlanda, Slovenia, Islanda e Lussemburgo hanno diffuso una dichiarazione congiunta contro la nuova offensiva israeliana a Gaza, avviata nelle ultime ore. Il testo avverte che l’intensificazione delle operazioni «porterebbe alla morte intollerabile di civili palestinesi innocenti, tra cui donne, bambini e anziani», e metterebbe a rischio anche la vita dei prigionieri israeliani nelle mani di Hamas. I sei ministri si sono detti «inorriditi» dalla conferma della carestia a Gaza e hanno denunciato lo sfollamento forzato dei palestinesi, «una flagrante violazione del diritto internazionale». Hanno quindi esortato Israele a fermare l’offensiva: «Questa spirale di violenza deve finire»
Regno Unito: «Nessun invito a Israele alla fiera delle armi»
Il governo britannico ha spiegato le ragioni del divieto imposto ai funzionari israeliani di partecipare al DSEI UK 2025, la principale fiera delle armi che si terrà a Londra il mese prossimo. «La decisione del governo israeliano di intensificare ulteriormente le sue operazioni militari a Gaza è sbagliata», si legge nella nota ufficiale. «Di conseguenza, possiamo confermare che nessuna delegazione del governo israeliano sarà invitata». Il comunicato aggiunge che serve «una soluzione diplomatica» per fermare la guerra, con un «cessate il fuoco immediato, il ritorno degli ostaggi e un aumento degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza».
Il bilancio delle vittime a Gaza supera i 63.000
Secondo il Ministero della Salute dell’enclave, nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 59 palestinesi, tra cui 23 persone in attesa di aiuti, e ne hanno feriti altri 224. Il bilancio complessivo della guerra dal 7 ottobre 2023 è ora di 63.025 morti e 159.490 feriti. Dal 27 maggio, data dell’introduzione del nuovo meccanismo di distribuzione degli aiuti attraverso il GHF con sede negli Stati Uniti, sono stati uccisi 2.203 richiedenti aiuti e oltre 16.200 sono rimasti feriti.
Almeno 47 morti negli attacchi israeliani a Gaza dall’alba
Fonti ospedaliere di Gaza riferiscono che dall’alba gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 47 persone. Tra le vittime ci sono anche sette palestinesi colpiti mentre cercavano di ricevere aiuti umanitari.
Netanyahu: "Non ci fermeremo finché non riporteremo a casa tutti i nostri rapiti"
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha ribadito il suo impegno a garantire il ritorno dei prigionieri a seguito del ritrovamento del corpo corpo del prigioniero Ilan Weiss nella Striscia di Gaza.
"Insieme a tutti i cittadini di Israele, mia moglie ed io esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle care famiglie e condividiamo il loro grande dolore", ha detto. "La campagna per il rimpatrio dei rapiti continua senza sosta, non ci fermeremo né resteremo in silenzio finché non riporteremo a casa tutti i nostri rapiti, sia i vivi che i morti".
Microsoft licenzia quattro dipendenti per le proteste contro i legami con Israele
Microsoft ha licenziato quattro lavoratori che avevano preso parte a manifestazioni contro i rapporti dell’azienda con Israele. Tra loro, due dipendenti che questa settimana avevano organizzato un sit-in nell’ufficio del presidente. Secondo il collettivo No Azure for Apartheid, Anna Hattle e Riki Fameli hanno ricevuto un messaggio vocale con la comunicazione del licenziamento. Altri due, Nisreen Jaradat e Julius Shan, sono stati allontanati il giorno successivo. I quattro facevano parte delle proteste e degli accampamenti allestiti nelle sedi Microsoft per contestare il sostegno dell’azienda a Israele nella guerra a Gaza.
Idf dichiara Gaza City zona combattimento pericolosa, stop alle pause umanitarie
L'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato Gaza City "una zona di combattimento pericolosa", annunciando che nella zona sospenderà le cosiddette pause tattiche che erano state introdotte per consentire la consegna di aiuti umanitari. Gaza City è fra i luoghi in cui Israele il mese scorso aveva annunciato la sospensione dei combattimenti fra le 10 e le 20 per consentire l'ingresso di cibo e aiuti umanitari.
Le "pause tattiche" sono state applicate a Gaza City, Deir al Balah e Muwasi, tre luoghi in cui centinaia di migliaia di sfollati hanno trovato rifugio. Il cambiamento di rotta arriva mentre Israele si prepara ad ampliare la sua offensiva, mobilitando decine di migliaia di soldati per prendere il controllo di Gaza City. L'esercito israeliano non ha specificato se abbia informato i residenti o le organizzazioni umanitarie della ripresa delle ostilità durante il giorno.
Media: "Salgono a 41 i morti nei raid israeliani dall'alba"
Sarebbe salito a 41 il numero di morti nei raid all'alba. Lo riferiscono media locali.
Media: "Sale a 30 il numero dei morti uccisi in raid israeliani"
Sale a 30 il numero dei palestinesi uccisi dall'alba in attacchi israeliani in tutta Gaza, di cui cinque nell'area di al Mawasi, "zona umanitaria" nel sud designata da Israele come sicura, riferisce al Jazeera.
Media: "Almeno 21 morti nella Striscia per i raid israeliani"
Almeno 21 palestinesi sono stati uccisi e altri feriti a causa degli attacchi israeliani in diverse zone della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Cinque vittime sono state registrate in un attacco nei pressi di una tenda per sfollati ad al Mawasi, a ovest di Khan Younis, nel sud dell'enclave. Altre cinque vittime sono segnalate nel quartiere Tel al-Hawa, a sud-ovest di Gaza City. A nord-ovest di Gaza City, a Sudaniya, sono state uccise quattro persone e due nel campo profughi al Bureij, nel centro della Striscia. Altri cinque morti sono stati provocati dai raid su Deir al lBalah.
Il ministro degli Esteri spagnolo chiede più pressioni Ue su Israele
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha inviato all'Alta rappresentante per la Politica estera dell'Ue, Kaja Kallas, una lettera in cui la esorta ad agire "ora e in modo decisivo per aumentare la pressione" sul governo israeliano affinché "tolga il blocco" su Gaza e "accetti la soluzione dei due Stati".
Nella lettera, Albares ha chiesto a Kallas di adottare misure "di fronte all'insopportabile situazione umanitaria a Gaza" e gli ha ricordato che la Spagna ha già mostrato il suo sostegno a diverse iniziative, come "l'accordo di luglio tra l'Ue e Israele per l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza". Tuttavia, il ministro spagnolo ha insistito sul fatto che il blocco degli aiuti umanitari continua, che "sta causando una fame indotta di due milioni di persone" ed è "una sfida alle misure provvisorie dettate dalla Corte internazionale di giustizia e alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".
Media: "Israele ha ucciso il primo ministro al Rahawi"
Il primo ministro dei ribelli Houthi sostenuti dall'Iran, Ahmed al Rahawi, sarebbe stato ucciso giovedì in un appartamento a Sana'a durante gli attacchi israeliani. A riferirlo è il canale yemenita al Jumhuriya. Secondo il quotidiano Aden al Ghad Rahawi è stato ucciso insieme ad alcuni dei suoi compagni. Dai resoconti dei media yemeniti, sembrerebbe che si sia trattato di un attacco separato da quello di ieri, nel quale Israele avrebbe preso di mira 10 ministri senior degli Houthi, tra cui il ministro della Difesa, mentre si erano radunati in un luogo fuori Sana'a per ascoltare un discorso programmato dal leader del gruppo, Abdul Malik al Houthi.
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