Giorgia Meloni cerca di rilanciare la sua storia con le imprese. Oggi all’assemblea pubblica di Assolombarda ha introdotto la «narrazione dell’industria» e ha annunciato un nuovo piano, che, così come il ministero e un recente ddl, si chiamerà “Made in Italy 2030”: «Lo presenteremo a tutto il mondo produttivo nella primavera del prossimo anno». Una promessa posizionata alle porte delle elezioni europee.

Ha lodato i presenti e la categoria tutta: «È doveroso sottolineare l'importanza dall'industria manifatturiera italiana a livello europeo e mondiale», con «numeri del settore incontrovertibilii» e «sorprendenti».

Per lei siamo di fronte a «una tendenza inspiegabile a sminuire il portato dell'industria italiana, mentre si elevano a punto di riferimento realtà esterne ai nostri confini nazionali dai quali non avete nulla da imparare. Semmai, avete qualcosa da insegnare...». 

La presidente ha raccolto il plauso del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sulla «nuova narrazione».

A sorpresa ha rilanciato una proposta che in realtà affonda le radici nel governo Conte II, quando presidente era il leader del Movimento 5 stelle e ministro dell’Economia l’oggi sindaco di Roma Roberto Gualtieri: lo scomputo degli investimenti verdi. 

«Il governo è impegnato sul nuovo fronte della governance, la riforma del Patto di stabilità e crescita, che per come la vediamo noi, perché escludiamo che si possa tornare ai parametri di prima, debba privilegiare di più la crescita», per lei «non si possono punire le nazioni che investono su questi temi con regole che non riconoscano il valore aggiunto di quegli investimenti. Dunque – continua - scomputare le spese per gli investimenti dal calcolo del rapporto deficit/Pil è una sfida prioritaria». A questo si aggiunge il punto sul Pnrr. Il piano nazionale di ripresa e resilienza «è una grande occasione e come ogni grande occasione abbiamo bisogno che remiamo tutti nella stessa direzione», si è scusata, ricordando che «non lo ha fatto questo governo» e «ha bisogno di grande impegno da parte di tutti gli attori per rispettare i tempi previsti. Mi dispiace, ma non mi stupisce, che anche il Pnrr in Italia sia diventato terreno di scontro». Una questione di tifo: «C’è chi fa polemica e chi tifa perché si fallisca. Ma vi assicuro che quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi».

Berlusconi

Standing ovation per l’ex premier Silvio Berlusconi. Aprendo la sua relazione, il presidente dell'associazione Alessandro Spada ha ricordato il Cavaliere, un uomo «che ha segnato profondamente la storia del nostro Paese».

Ma oggi «non voglio ricordarlo solo come il protagonista degli ultimi 30 anni della nostra storia politica, ma anche come imprenditore - ha aggiunto Spada - un uomo d'impresa che ha incarnato perfettamente l'essenza di una grande tradizione milanese».

Un «self-made man» che grazie «alla sua forza, al suo coraggio e alla sua generosità - ha spiegato Spada - ha saputo caratterizzare un periodo unico della storia imprenditoriale del nostro Paese». L’azienda «era una vera comunità per lui, una famiglia allargata con cui rendere vivo un sogno imprenditoriale - ha concluso - ciò che rimane di lui è la sua voglia di lavorare sempre con passione per le imprese, la politica e la famiglia. Berlusconi è un imprenditore che ci mancherà».

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