Otto agenti e cinque investigatori sono morti sotto una raffica di proiettili nel corso di un'imboscata a un convoglio della polizia in Messico. L'attentato ai loro danni, sarebbe stato realizzato da uomini armati probabilmente appartenenti a una banda di narcotrafficanti, secondo quanto riportato dalle autorità locali. 
Ora è caccia agli assassini. Le forze di sicurezza, infatti, hanno messo subito al setaccio un'area rurale in mano alle gang del narcotraffico, a sud-ovest di Città del Messico. Il capo del dipartimento di pubblica sicurezza dello Stato Rodrigo Martinez Celis ha detto che soldati, marines e truppe della Guardia nazionale sono state assoldate per stanare i responsabili, dichiarando che «questa aggressione è un attacco al governo messicano. Risponderemo con tutta la forza». 

Si tratta infatti dell'attentato più grave fatto nei confronti delle forze dell'ordine dall'ottobre 2019, quando un gruppo di uomini armati di un cartello della droga ha ucciso 14 agenti in un'imboscata, nel vicino stato del Michocan. 

La guerra della droga

Come riportato dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), nel 2020  si sono verificati 35.484 omicidi per mano delle gang dei cartelli operanti oggi in Messico. Gli agenti fatti fuori sono stati in tutti 520, alcuni perché costituivano un ostacolo agli affari dei narcotrafficanti, altri perché venivano meno agli accordi fatti con le faide. I rapporti tra forze dell'ordine, capi dello Stato e boss messicani, infatti, non è nuovo ed è salito agli onori della cronaca quando a ottobre 2020 l'ex ministro della Difesa Salvador Cienfuegos è stato arrestato negli Stati Uniti, a Ls Angeles, perché sospettato di intrattenere rapporti con i cartelli. Estradato in Messico a novembre, è stato assolto e dichiarato innocente, senza però far luce sul caso. 

Attualmente, i principali cartelli attivi, nonché rivali tra loro, sono quelli di Sinaloa e Jalisco nueva generación. Secondo quanto riportato in un rapporto di valutazione nazionale sulla minaccia della droga, pubblicato lo scorso anno dalla Dea (Drug Enforcement Administration) degli Stati Uniti, quello di Sinaloa è il più antico dei cartelli attivi in Messico e opera in 15 stati diversi; mentre Jalisco nueva generación ha una presenza significativa in 23 paesi. Entrambi gestiscono il traffico di esportazione e distribuzione illegale di eroina, metanfetamina, cocaina, marijuana e fentabyl negli Usa, insieme a un'altra decina di cartelli minori. 

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