Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è andato a visitare l’hotspot di Lampedusa insieme a Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni: «Non siete soli», ha assicurato lei e ha aggiunto: «Siamo qui per dare una risposta al problema di immigrazione e asilo, che è un problema europeo», nonostante lo scorso Consiglio sia stato un flop, terminato senza accordi.

Con loro anche il commissario straordinario per l’emergenza immigrazione, il prefetto Valerio Valenti. La delegazione ha visitato l’hotspot a Contrada Imbriacola – che al momento ospita 500 persone - e ha verificato le condizioni della struttura, che dal 1 giugno di quest’anno è gestito dalla Croce rossa. 

Lampedusa, isola del Mediterraneo posta a metà fra l’Italia e la Tunisia, è uno dei luoghi che registra il maggior numero di arrivi e, per questo, il centro di accoglienza subisce una grande pressione. Quest’anno in particolare gli arrivi di migranti in Italia sono aumentato del 140 per cento, passando dai 27mila arrivi del primo semestre del 2022 ai 65mila dello stesso periodo del 2023.

La commissaria Johansson si è detta colpita dal lavoro svolto dalla Croce rossa per migliorare le condizioni dell’hotspot e ha ringraziato tutti gli operatori.

Piantedosi ha sottolineato come Lampedusa sia il luogo di primo approdo dei migranti che attraversano il Mediterraneo e ha spiegato, in conferenza stampa, che l’hotspot di Contrada Imbriacola «continuerà a esistere con la stessa vocazione attuale, ossia quella di base di transito». Il ministro ha parlato poi dell’importanza di combattere la tratta di essere umani e sulla necessità di lavorare sulla redistribuzione dei richiedenti asilo, ma soprattutto di rimpatri.

Piantedosi è soddisfatto del cosiddetto “decreto Cutro”: «Vediamo già un timido aumento dei rimpatri, 600 in più rispetto allo scorso anno. I rimpatri renderanno più semplice la redistribuzione. Il decreto Cutro segue la medesima filosofia del patto di migrazione e asilo dell’Ue».

Il Consiglio

Resta aperta la ferita del Consiglio Ue, che si è tenuto la scorsa settimana. Johansson ha detto che si è compiuto un importante passo verso la creazione di una legislazione europea. Il compromesso Ue sul tavolo per lei è «un grande successo», anche se finora non è arrivato a compimento, mentre continua l’ostruzionismo di Polonia e Ungheria. «Bisogna essere presenti quando un paese è sotto stress, come è successo con la Polonia (riferendosi ai rifugiati ucraini)», ha aggiunto Johansson. Per la commissaria bisogna lavorare insieme ai paesi di origine e di transito: «Questo è un messaggio che Piantedosi ci ha dato fin dal primo giorno». Sullo sfondo la questione della Tunisia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata dal presidente tunisino, Kais Saied, il 6 giugno e poi ancora una volta il 12 giugno insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al premier olandese, Mark Rutte. Anche questo tema è al momento in sospeso.

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