Tutto come già previsto, non ci sono sorprese l’Unione europea ha dato il suo parere favorevole alla missione militare Aspides. A guidarla sarà l’Italia, lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «L’Italia è in prima linea per proteggere interessi mercantili e la libera navigazione nel Mar Rosso. È un importante passo verso difesa comune europea», ha aggiunto il capo della Farnesina. Dopo settimane di discussione sarà l’Italia a guidare per i primi mesi la missione, gli altri paesi in lista per il comando erano la Grecia e la Francia. 

La missione

Il comando operativo cambierà ogni sei mesi circa. Ogni paese che aderisce alla missione invierà almeno una fregata militare. L’obiettivo è quello di tutelare la libertà di navigazione nel Mar Rosso dagli attacchi provenienti dallo Yemen per mano degli Houthi, il gruppo ribelle che ha preso il controllo del paese dopo la guerra civile e e grazie al sostegno finanziario e militare dell’Iran.

L’operazione sarà gestita dal quartier generale della missione che sarà in Grecia. Aspides, però, non è l’unica missione militare presente nel Mar Rosso. A dicembre gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato Prosperity Guardian, a cui partecipano una decina di stati ma ha un mandato diverso, ovvero quello di compiere attacchi militari direttamente in territorio yemenita.

Bruxelles, invece, ha preferito adottare un’altra linea politica con una missione prettamente di autodifesa, ovvero che gli Houthi verranno colpiti solo in caso in cui le navi mercantili saranno oggetto dei loro attacchi.

Nonostante la missione a guida Usa-Regno Unito sia iniziata e ha visto centinaia di raid compiuti in territorio yemenita, il gruppo non ha fermato gli attacchi. In giornata è stata colpita la nave mercantile battente bandiera del Belize, registrata nel Regno Unito e operata dal Libano, nello stretto di Bab el-Mandeb al largo delle coste dello Yemen: la nave, la portarinfuse Rubymar. La nave rischia di affondare ma l’equipaggio è al sicuro.

Il ruolo dell’Italia

La zona di operazione comprenderà le principali rotte marittime nello stretto di Baab el Mandeb, tra lo Yemen e Gibuti, e nello stretto di Hormuz, porta del Golfo Persico, nonché le acque internazionali del Mar Rosso, del Golfo di Aden, del Mar Arabico, del Golfo dell'Oman e del Golfo Persico. 

Il ministero della Difesa ha già detto che ci sarà una nave italiana per 12 mesi, per il primo periodo sarà inviato il cacciatorpediniere lanciamissili. Attualmente nell’area è presente la fregata missilistica Martinengo, dotata anche di sistemi di difesa aerea tra i più avanzati della Marina. Il ministro Guido Crosetto ha detto che si sta valutando «anche l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati». Tra questi rientrerebbero anche droni da ricognizione di tipo Predator e “radar volanti” come i G550 Caew del 14mo stormo dell’Aeronautica militare.

L’Italia offrirà il Comandante della Forza, sarà il contrammiraglio Stefano Costantino, e il quartier generale della Forza, che sarà installato a bordo di un cacciatorpediniere.

© Riproduzione riservata