Il patron di Tesla si è definito uno dei migliori giocatori del titolo Path of Exile 2, di Grinding Gear Games. Ma non era vero, le community online lo hanno smascherato scoprendo che ha pagato altre persone per giocare al suo posto. Negli ambienti anti-woke, la rivelazione è stata vissuta come un tradimento
Nei podcast fortino della destra trumpiana, Elon Musk ha più volte affermato di essere un grande amante dei videogiochi. Ma non un semplice appassionato, s’intende. In quelle occasioni ha sostenuto infatti di essere tra i migliori giocatori in alcuni dei titoli più famosi sul mercato.
Lo storico Quake, ad esempio, poi Starcraft, Diablo IV e – per ultimo – Path of Exile 2, un MMO fantasy di quelli chiamati hack ‘n’ slash, cioè un gioco online dove gli utenti s’intrufolano in segrete piene di mostri da sconfiggere, al fine di aumentare livello e acquisire armi e armature migliori.
Sul suo profilo X, il tycoon ha ribadito più volte questa sua superiorità, mostrando il suo personaggio nel videogioco realizzato da Grinding Gear Games. Nome: Percy_Verence, livello 97 in modalità hardcore, la più difficile. Tuttavia qualcosa non tornava nel racconto del patron di Tesla. E in breve tempo, quello della sua reale abilità è diventato prima un mistero, poi un’ossessione.
Alcune frange più intransigenti di gamer sono iper-competitive, spesso con atteggiamenti tossici.
Quella della performance, per loro, è una discriminante notevole: se la millanti devi essere pronto a dimostrarla. E perfino il tycoon, che tra loro gode – o meglio, ha goduto – di una certa popolarità, non è esente da questa regola.
Boosting
Il 7 gennaio, in molti si sono radunati curiosi per assistere a una diretta streaming su X di Path of Exile 2, in cui Musk ha mostrato in più casi di avere poca padronanza del gioco e delle sue regole di base: nulla di male, sia chiaro, ma per una persona con un personaggio hardcore a livello 95 tutto ciò suona parecchio strano.
E poi, importante da segnalare, queste tipologie di giochi – gli MMO – sono titoli dove per diventare un “pro”, ovvero un giocatore di grande abilità, devi dedicare al gioco tanto tempo.
L’immagine spesso promossa da Elon Musk però è proprio quella della persona che riesce a fare tutto nell’arco delle 24 ore, anche con un comportamento da bullo, ma da “rivincita dei nerd”.
Sette aziende tech, uomo più ricco al mondo, lancia razzi su Marte, ha 14 figli e un incarico alla Casa Bianca, per il giovane maschio conservatore Musk è una mezza leggenda.
Ma dopo la sua performance ecco che cominciano a girare rumorose voci di corridoio: ha barato. Una serie di screenshot confermano queste indiscrezioni: Musk, in una conversazione con un noto pro-player, ha affermato di aver pagato una persona per fare cosiddetto boosting, cioè per giocare al posto suo e portare il personaggio a livelli alti.
Ulteriore conferma: il 20 gennaio, riporta il Guardian, l’account del tycoon è segnato come attivo, cioè sta giocando a Path of Exile 2. Lui, però, non era davanti al PC, bensì alla Casa Bianca per la cerimonia d’insediamento di Donald Trump.
Un affare di famiglia
Da quel momento in poi, la sua immagine nelle comunità di videogiocatori (soprattutto quelle destrorse) è crollata. Asmongold, al secolo Zachariah Hoyt, uno degli influencer più seguiti in ambienti anti-woke (3,6 milioni di follower) ha commentato così: «Non devi essere tra i migliori dieci al mondo in un gioco per guadagnare il rispetto dei videogiocatori. Sono un grande fan di Elon Musk, ma tutto ciò è stupido e imbarazzante». E chiude dicendo: «Oggi è un giorno triste per i gamer».
Quello che sembra un siparietto senza alcuna ricaduta politica, in realtà è stato vissuto come una sorta di tradimento. E la storia - già surreale – si è ingigantita ulteriormente quando a entrare in scena sono state la cantante Grimes (ex moglie di Elon Musk) e Vivian Jenna Wilson, figlia del tycoon che ha ricevuto ampio supporto tra i giovani progressisti americani per il suo aperto antagonismo verso il padre, che spesso l’ha trascinata nel dibattito pubblico parlando del “virus woke”, dato che Wilson è una ragazza trans.
Grimes, all’anagrafe Claire Elise Boucher, ha scritto su X che può confermare la bravura nei giochi di Elon. Wilson, invece, afferma che suo padre è proprio scarso a giocare. Intervistata dall’influencer di riferimento dei liberal statunitensi Hasan Picker (2,8 milioni di follower), Wilson ha detto: «Perché pretendere di essere un “pro”? Va bene non esserlo. Lui non vuole assomigliare a Tony Stark, sogna di essere Nolan Sorrento».
Spesso, infatti, il patron di Tesla è stato paragonato all’eroe Marvel alter ego di Iron Man. Ma secondo sua figlia vuole invece diventare come il villain del libro di Ernest Cline Ready Player One. Sorrento è l’ad di un’azienda di videogiochi online: un uomo senza scrupoli, quasi machiavellico.
Crisi d’identità
Quella di Musk è quindi una bugia, ma a che scopo? Il primo, banalmente, piacere a tutti i costi a quelle community per una questione identitaria. A ciò si aggiunge un forte legame tra estrema destra e videogiocatori. Lo spiega la ricercatrice Joan Donovan nel suo libro Meme Wars: il movimento MAGA ha imparato molte delle sue strategie dallo scandalo del gamer gate, cioè da quella campagna di molestie online nei confronti di sviluppatrici di videogiochi avvenuta nel 2014.
E durante le ultime presidenziali i videogiochi sono stati un aspro terreno di scontro, con entrambe le campagne che hanno più volte interagito con influencer di gaming tra Twitch e TikTok. E se, come ha detto l’ex assistente di Donald John McEntee al Washington Post, «chiunque domina l'ultimo strumento di comunicazione di solito vince: Trump con Twitter, Obama con Facebook, JFK con la televisione e Roosevelt con la radio», allora questo autogol di Musk potrebbe aver cambiato alcuni equilibri sulla credibilità della nuova amministrazione Usa più di qualunque altra gaffe.
La diretta dal jet
Lo dimostra quanto avvenuto l’8 aprile, con il tycoon che avvia una diretta dal suo jet privato mentre sta giocando. Dopo un’ora e mezza spegne tutto per problemi di connessione, ma sommerso da un’ondata di bullismo tra battute su famiglia, lavoro e l’aver barato a Path of Exile 2. Insomma, la sua stessa retorica, ma contro di lui. Perché la regola è sempre la stessa, e lui la conosce: Internet ricorda tutto, e non perdona.
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