Continua la tragedia dei morti nelle acque del Mediterraneo. Almeno 23 migranti partiti dalla Libia sono infatti annegati a seguito di naufragio al largo della Tunisia mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. A dare la notizia è stata la Mezzaluna rossa tunisina, secondo la quale altre 70 persone sarebbero state tratte in salvo. Secondo quanto riferito da un operatore dell’ong, Mongi Slim, a bordo del barcone si trovavano oltre 90 migranti.

La marina tunisina ha inoltre salvato altre 39 persone, a seguito del naufragio di un’altra imbarcazione a largo di Sfax. 

Nelle ultime settimane, il numero delle vittime del Mediterraneo è aumentato, anche a causa dell’arrivo del bel tempo. I morti totali sarebbero 120 finora. Secondo quanto riportato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, 23.500 migranti hanno provato a raggiungere l’Europa meridionale, dopo essere partiti dalle coste libiche, algerine o tunisine da inizio 2021, con l’obiettivo di raggiungere la Spagna o l’Italia, in particolare. 

Una questione aperta

Mentre il numero dei morti continua a salire, il negoziato attualmente in discussione a Bruxelles sul cosiddetto Patto per l'immigrazione va a rilento. L’Europa, infatti, sul tema continua a essere divisa e anche il sottosegretario agli Affari europei, Vincenzo Amendola, in un’interivista a RaiNews 24, si è detto preoccupato. «Le proposte della Commissione non trovano l'accordo dei paesi perché non c'è solo la solidarietà nei confronti dei paesi di primo approdo sulla rotta mediterranea e balcanica: si tratta di dare vita a una gestione integrata efficace e solidale», ha spiegato.

Una gestione di vite umane che tarda ad arrivare, con scontri diretti ma velati tra i paesi dell’Eurozona che, al contrario, dovrebbero iniziare a cooperare. 

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