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Nella Turchia di Erdogan non c’è spazio per la comunità Lgbt

  • Il presidente ha condotto una campagna elettorale dai toni omo e trans-fobici e ha polarizzato ulteriormente la società sul tema dell’identità di genere. Anche solo definire il bagno di un ristorante unisex è motivo di linciaggio mediatico. 
  • Per Erdogan non si tratta solo di difendere i valori della famiglia tradizionale. Il presidente vuole una Turchia più forte, quindi tutti i comportamenti che non prevedono la procreazione e quindi l’aumento demografico sono una minaccia per il paese.
  • Per la comunità Lgtq+ il futuro è ancora più incerto. Intanto il mese del Pride si sta caratterizzando ancora una volta per gli arresti e i divieti a manifestare e organizzare parate nelle principali città turche.

In Turchia l’omosessualità non è considerata un crimine, ma nella società che Recep Tayyip Erdogan ha costruito negli ultimi vent’anni non c’è posto per chi non rientra nei canoni della famiglia tradizionale. Soprattutto nel mese di giugno. In questo periodo dell’anno la comunità Lgbt turca organizza manifestazioni, eventi e parate nelle varie città del paese, o almeno ci prova. Dal 2015 infatti è sempre più difficile scendere in strada, soprattutto a Istanbul, o anche solo riunirsi in un par

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