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Nemmeno Trump crede al culto della sua personalità

The Trump Unity Bridge is involved in a multiple car crash on Wednesday, Sept. 22, 2021 at the intersection of Court Street and Dort Highway in Flint, Mich. (Isaac Ritchey/MLive.com/The Flint Journal via AP)
The Trump Unity Bridge is involved in a multiple car crash on Wednesday, Sept. 22, 2021 at the intersection of Court Street and Dort Highway in Flint, Mich. (Isaac Ritchey/MLive.com/The Flint Journal via AP)

Soffiando su complotti di ogni genere Trump ha mobilitato eserciti di persone che, opportunamente incitate, abbandonano la tastiera e prendono d’assalto Capitol Hill. Ora si scopre però che l’ex presidente sapeva benissimo che la cospirazione sulle elezioni rubate non aveva alcun appiglio. Può sopravvivere un culto della personalità se gli adepti sanno che l’officiante non crede nei deliri che proclama?

  • Il New York Times ha scoperto che già qualche settimana dopo l’elezione di Joe Biden, Trump e il suo team sapevano benissimo che le ipotesi che circolavano sui brogli e le elezioni rubate non avevano il minimo fondamento.
  • Trump ha poi lanciato la campagna “Stop the Steal” per delegittimare il voto popolare, che si è tragicamente conclusa con l’assalto di Capito Hill del 6 gennaio 2021.
  • Agitando complotti di ogni genere, l’ex presidente ha trasformato il suo seguito politico in un delirante culto della personalità. Il problema è che questa trama pseudoreligiosa per reggere ha bisogno che i fedeli non solo credano nell’officiante, ma anche che credano che lui crede in quello che dice.

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