Il bilancio dopo 11 giorni di scontri

Netanyahu cerca di sfruttare la guerra a suo vantaggio

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu meets with Israeli border police on Thursday, May 13, 2021 in Lod, near Tel Aviv after a wave of violence in the city the night before. Jewish and Arab mobs battled in the central city of Lod, the epicenter of the troubles, despite a state of emergency and nighttime curfew. (AP Photo/Yuval Chen, Yediot Ahronot, Pool)
Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu meets with Israeli border police on Thursday, May 13, 2021 in Lod, near Tel Aviv after a wave of violence in the city the night before. Jewish and Arab mobs battled in the central city of Lod, the epicenter of the troubles, despite a state of emergency and nighttime curfew. (AP Photo/Yuval Chen, Yediot Ahronot, Pool)

 

  • All’indomani dell’entrata in vigore del cessate il fuoco fra Israele e i miliziani islamisti di Gaza, dopo 11 giorni di combattimenti, Netanyahu non sembra intenzionato a seguire l’insegnamento di una delle sua massime più famose: «Non lasciare mai che una bella crisi vada sprecata».
  • Bibi non ha neppure toccato il tema di una risoluzione politica del problema della striscia. Nel suo intervento poi ha avvertito Hamas che d’ora in avanti qualsiasi attacco anche di bassa intensità verrà punito con la massima durezza.
  • C’è voluto il ministro della Difesa, Benny Gantz, per avere il coraggio di dare voce a una triste verità: se non viene dato un seguito politico a questo conflitto, ha detto, il rischio è che la guerra non sia servita a nulla.

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