Netflix compra la Warner Bros. Hollywood cambierà per sempre

La mappa di Hollywood sembra essere destinata a cambiare radicalmente, e per sempre. Nella giornata di venerdì 5 dicembre, l’operazione conosciuta con il nome in codice “Project Noble” ha svelato i suoi segreti: Netflix ha acquisito il gruppo Warner Bros. per 82,7 miliardi di dollari (27,75 dollari per azione). Nel pacchetto, il gigante dello streaming prenderà possesso (nel corso dei prossimi 12-18 mesi) non soltanto delle proprietà intellettuali della casa dei Looney Tunes (tra cui Harry Potter, i supereroi della Dc Comics come Superman e Batman, Il Signore degli Anelli e tanto altro) ma anche gli studi fisici e le operazioni del canale televisivo Hbo (Il Trono di Spade, White Lotus e altri) e dell’annesso servizio di streaming HboMax. Netflix ora ci racconta anche la storia della Guinness Potenza di fuoco Fuori dall’accordo invece la parte Discovery (il gruppo si chiama infatti Warner Bros. Discovery) che diventerà una società a parte chiamata Global Networks che includerà canali televisivi di sport e notizie come Tnt e Cnn. In caso tutta l’acquisizione non vada in porto, Netflix dovrà pagare alla Warner una cifra da urlo, parliamo di 5,8 miliardi di dollari. Intanto a Wall Street il gruppo Warner Bros. Discovery sale del 3,8 per cento, mentre Netflix (-5 per cento) e Paramount (-5,3 per cento) registrano una caduta. A tal proposito, il retroscena di “Project Noble”, come immaginabile, è stato dei più agguerriti. Al Monopoli per accaparrarsi la storica casa cinematografica di Burbank hanno infatti partecipato anche altre big del settore. La più interessante, senza ombra di dubbio, è proprio Paramount Skydance, che ha partecipato alle offerte ma è risultata sconfitta di fronte alla potenza di fuoco economica della grande N (che si è assicurata il finanziamento di 59 miliardi di dollari da un consorzio bancario). Con grande probabilità l’accordo entrerà ora nel mirino delle autorità antitrust sia in Europa che negli Stati Uniti, ed è proprio lì che la rivalità tra Netflix e Paramount potrebbe in qualche modo avere risvolti di stampo politico. La multinazionale, dal 7 agosto Paramount Skydance Corporation (dalla fusione di Paramount, National Amusements e Skydance Media), vede tra i fondatori e Ceo proprio David Ellison, figlio di Larry Ellison, cioè il fondatore della big dell’informatica Oracle. Ellison padre è molto amico di Donald Trump, ed è diventato da poco l’uomo più ricco del mondo scalzando dal podio proprio il patron di Tesla e X Elon Musk. Sarà un segno del destino, ma la Casa Bianca, infatti, non vede di buon occhio questo accordo tra Netflix e Warner. Si definisce «molto scettica», per la precisione. Lo riportano alcuni media statunitensi come la Cnbc, mentre il New York Post ha pubblicato un report svelando che ci sarebbero stati incontri tra Paramount e funzionari dell’amministrazione Usa. A ciò si aggiunge una lettera datata primo dicembre e pubblicata dal magazine The Hollywood Reporter. Una sorta di “avvertimento”, che porta la firma di uno studio d’avvocatura che rappresenta Ellison e Paramount. Al suo interno anche un piccolo riferimento a un altro protagonista sconfitto di questa spregiudicata guerra di offerte, cioè Comcast, gigante della tv via cavo proprietario di Nbcuniversal. «Mentre un accordo tra Paramount e Warner Bros. Discovery risulterebbe essere pro-competitivo, nonché ben visto e con una conseguente veloce approvazione da parte dei regolatori, un accordo con Netflix o Comcast affronterebbe incertezza e opposizione da parte delle agenzie governative negli Stati Uniti e oltre», si legge nella lettera. Nonostante suoni come ripicca, la preoccupazione è comunque condivisa da una grande fetta di analisti, politici e lavoratori dello spettacolo. Le preoccupazioni maggiori sono verso i consumatori, e non soltanto per il volume di proprietà intellettuali della Warner, ma soprattutto per il servizio di streaming Hbo Max, che conta circa 130 milioni di iscritti e che il prossimo 13 gennaio arriverà anche in Italia. Più America e più Netflix. Il modello F1 per salvare la MotoGP del dopo Valentino L’ombrello del “tu-dum” Il co-Ceo di Netflix Greg Peters, scrive Reuters, avrebbe spiegato agli investitori che i due servizi di streaming potrebbero essere uniti in un pacchetto unico, o attraverso «altre modalità». Ciò che è certo, è che sotto l’ombrello del “tu-dum” arriveranno anche i titoli di proprietà di Hbo, parliamo di serie di grandissimo successo come Il Trono di Spade, The Last of Us e White Lotus. In Italia, questo shift è ancora tutto da chiarire. A preoccupare è anche l’impatto sulla distribuzione cinematografica. Netflix ha “rassicurato” gli operatori che «intende mantenere le operazioni attuali di Warner Bros. comprese le uscite cinematografiche dei suoi film». Tuttavia, Netflix non è solita alla distribuzione cinematografica, perciò i dubbi sul futuro continuano. A tal proposito si è esposto il presidente di Cinema United (organizzazione che rappresenta le sale cinematografiche), Michael O’Leary, che definisce l’acquisizione «una minaccia senza precedenti per il settore cinematografico globale». A ben vedere, però, non solo di film si sta parlando. Perché il gruppo Warner Bros. coinvolge anche diversi studi che sviluppano videogiochi, tra cui Nether Realm, che ha prodotto Mortal Kombat, Rocksteady con la saga di Batman Arkham e lo studio Avalanche con il suo Hogwarts Legacy. Si tratta di titoli ad altissimo budget che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Questo è un dettaglio non da poco se si considera che lo stesso Reed Hastings, il Ceo di Netflix, anni fa ha definito come principale avversario commerciale il videogioco Fortnite di EpicGames, non gli altri servizi di streaming. Pare chiaro che si tratta di una battaglia per l’attenzione degli utenti a cui Netflix vuole partecipare, e lo ha dimostrato aggiungendo gli anni scorsi anche i videogiochi nel suo abbonamento. Shock o rito di passaggio? Se scoppia la bolla dell’intelligenza artificiale L’ombra dell'IA Sull’accordo anche l’ombra dell’intelligenza artificiale, scrive sempre THR. La partita su quel fronte, infatti, sembra puntare verso la strada dello “user generated content”, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Disney Bob Iger, che a metà novembre ha annunciato l’arrivo su Disney+ di un’IA per permettere agli iscritti di generare contenuti in stile Sora, di Open AI. Ma con il patrimonio audiovisivo Disney. Ecco, Netflix, rispetto alla casa di Topolino, è una multinazionale tutto sommato giovane (è stata fondata nel 1997 come videonoleggio), e con Warner avrebbe accesso ai suoi 100 anni di storia tra Casablanca e Quarto Potere, fornendo quindi una grande quantità di dati per l’addestramento (oltre quelli dei consumatori dei servizi streaming) e per la creazione di contenuto personalizzato. Così questa acquisizione multimiliardaria si preannuncia come la più importante della storia recente. E secondo Bank of America c’è la parola fine «alla guerra dello streaming, con Netflix che diventerà l’indiscussa potenza globale di Hollywood». La Cina potrebbe vietare i film di Hollywood come risposta ai dazi