Gli scienziati cinesi sono riusciti a utilizzare raggi laser – in luogo dei tradizionali segnali radio – per far comunicare tra loro e con le stazioni di ricezione sulla terra i satelliti del sistema di navigazione BeiDou. Grazie a questa tecnologia i satelliti potranno trasmettere dati dallo spazio alla terra a velocità fino a 1 terabyte al secondo. Attualmente, nella stessa unità di tempo, è possibile inviare solo qualche kilobyte di informazioni. In questo modo, ad esempio, potrebbe migliorare enormemente la precisione dei sistemi di navigazione satellitari.

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  • Perché è importante

La Cina potrebbe diventare presto il primo paese ad avere una rete di comunicazioni laser con una copertura globale: sarebbe una rivoluzione. Venerdì scorso l’Accademia cinese delle scienze, senza chiarire quando il test ha avuto luogo (il governo ha secretato i dati dell’esperimento), ha affermato che il suo successo ha dimostrato che i segnali laser emessi da BeiDou vengono ricevuti in maniera stabile in contesti urbani, nonostante le interferenze presenti nell’atmosfera. Secondo il governo di Pechino, il valore dell’industria collegata al sistema Beidou nel 2025 supererà i 156 miliardi di dollari.

  • Il contesto

BeiDou è la più grande rete globale di navigazione satellitare al mondo, con più moduli in orbita rispetto al Gps (in questo articolo si ricorda come il progetto cinese abbia tratto vantaggio dalla collaborazione con Galileo). BeiDou fornisce sia il posizionamento che i servizi di comunicazione, una capacità unica che comprende una vasta gamma di applicazioni civili e militari.

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è rilevantissimo che le comunicazioni laser offrano una larghezza di banda più ampia, siano meno soggette a intercettazioni o a essere bloccate durante una guerra elettronica.

Questa infografica permette di vedere dettagliatamente come funziona il sistema di satelliti cinesi.

Cina e Stati Uniti sono in competizione per stabilire reti di comunicazione laser nello spazio. Domenica prossima la Nasa – dopo un ritardo di due anni – lancerà un satellite sperimentale per condurre esperimenti simili a quello di BeiDou, testando la trasmissione dei dati tramite raggio laser a 2,8 Gb al secondo.

Sorgerà nel Xinjiang la centrale a idrogeno verde più grande del mondo

L’agenzia Xinhua ha annunciato che Sinopec, il maggiore produttore di petrolio della Cina, ha iniziato a costruire il più grande impianto di idrogeno del mondo, che sarà alimentato interamente da energia solare. Grazie a un investimento pari a 470 milioni di dollari, l’impianto sorgerà a Kuqa, nella regione nordoccidentale del Xinjiang, abbondantemente soleggiata e con vaste aree disabitate e desertiche dove poter installare parchi fotovoltaici di grandi dimensioni. L’impianto inizierà a produrre idrogeno verde a giugno 2023, e avrà una capacità di 20mila tonnellate all’anno.

13/07/2017 La foto aerea mostra l'autostrada Dushanzi-Kuqa lungo le montagne Tianshan nella regione autonoma di Xinjiang della Cina nord-occidentale. Come importante anello della cintura economica della Via della seta, lo Xinjiang sta accelerando lo sviluppo dei trasporti e della logistica per collegare est e ovest.
  • Perché è importante

Attualmente soltanto il 4 per cento dell’idrogeno prodotto nella Repubblica popolare cinese arriva da energie rinnovabili (idrogeno verde), il resto proviene invece da combustibili fossili, dunque da un processo inquinante (idrogeno grigio). Ma, secondo Sinopec, nel 2030 il prezzo dell’idrogeno diventerà competitivo con quello del petrolio.

Per alimentare la produzione di idrogeno verde, Sinopec costruirà una centrale solare con una capacità installata di 300 megawatt, nonché un impianto di produzione di idrogeno dall’elettrolisi dell’acqua, serbatoi di stoccaggio dell’idrogeno e un oleodotto.

L’impianto rifornirà la raffineria di petrolio di Sinopec a Tahe, nel Xinjiang, sostituendo l’attuale produzione di idrogeno a base di gas naturale, con un risparmio previsto di 485mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno.

  • Il contesto

L’adozione dell'idrogeno a basse emissioni di carbonio svolgerà un ruolo chiave nel percorso della Cina verso la neutralità del carbonio. Secondo un rapporto della China Hydrogen Alliance di maggio, la percentuale di energia da idrogeno nel mix energetico del paese dovrebbe aumentare da circa il 3 per cento nel 2018 al 20 per cento nel 2060. Già 23 province e comuni hanno emesso piani e linee guida per sviluppare la loro industria dell’idrogeno. In questa scheda viene spiegata l’importanza dell’idrogeno nell’ambito dello sviluppo economico promosso dal XIV Piano quinquennale (2021-2025).

YUAN, di Lorenzo Riccardi

Liaoning: palazzi imperiali, etnia manciù, e petrolio

Conosciuta come “il triangolo d’oro” per la sua forma e la sua posizione strategica, la provincia del Liaoning ha tra i principali centri economici le città di Dalian, Shenyang, Anshan, Yingkou, e Panjin.

Il nome attuale fu adottato per la prima volta nel 1929 per un breve periodo, e poi di nuovo nel 1954 in seguito alla fusione delle regioni Liaoxi (“Liao occidentale”) e Liaodong (“Liao orientale”).

Shenyang è il capoluogo della provincia e la città più popolosa della Cina nordorientale. Qui vivono oltre trenta gruppi etnici tra i quali han, manciù, mongoli, hui, coreani. Dalian, situata all’estremità meridionale della penisola del Liaodong, è una delle principali città portuali aperte all’estero e un’importante base industriale del paese.

La provincia vanta molti siti culturali, tra cui il palazzo imperiale di Shenyang, tra le residenze imperiali meglio conservate. Il complesso ha uno stile manciù tipico della regione e i mausolei orientale e settentrionale di Shenyang ospitano le tombe dei primi due imperatori della dinastia Qing.

Il Liaoning è stata una delle prime province cinesi a essersi industrializzata durante il Ventesimo secolo, e la città di Anshan è tutt’oggi sede di uno dei più grandi complessi produttivi di acciaio e ferro dell’intera Cina.

Le industrie maggiormente sviluppate sono quelle metallurgica, meccanica, elettronica, del carbone, del petrolio, dell’energia elettrica, aeronautica e cantieristica, chimica, e tessile. Con lo sviluppo e lo sfruttamento del giacimento petrolifero di Liaohe, nel Liaoning viene raffinato un terzo del greggio nazionale.

Nel 2019, nel periodo pre-pandemia, il Pil della provincia è cresciuto del 5,5 percento e nel 2020 dello 0,6 per cento durante la fase più acuta della crisi sanitaria. Tra le tre province della Cina nordorientale, il Liaoning rappresenta circa metà del Pil totale della Cina nordorientale.

Nessun ripensamento, avanti con la strategia “contagi-zero”

Il ministro della Salute cinese ha difeso la strategia “contagi-zero” della leadership di Pechino, affermando che essa si è dimostrata indispensabile per fermare la diffusione di varianti più trasmissibili. «Continueremo le nostre rigorose misure di controllo dell’epidemia e consolideremo i risultati che non sono stati facili», ha dichiarato ieri Ma Xiaowei all’agenzia Xinhua. «L’esperienza anti-epidemia della Cina mostra che avere 1,4 miliardi di persone che tengono la linea di difesa rappresenta il contributo più grande agli sforzi anti-pandemia internazionali».

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  • Perché è importante

«Omicron era presente non solo in Africa ma anche in molti paesi al di fuori dell’Africa, il che significa che la variante ha un’alta probabilità di essere introdotta in Cina», ha spiegato lunedì sera alla Cctv Xu Wenbo, capo dell’Istituto nazionale per la prevenzione delle malattie.

Il governo cinese sta approntando una serie di misure supplementari e ritiene di essere in grado di arginare la diffusione anche della variante Omicron. Per contenere la diffusione delle varianti, Pechino ha annunciato la fornitura di 1 miliardo di dosi di vaccino ai paesi africani (delle quali 600 milioni donate). Questa analisi sostiene che il successo delle misure di contenimento potrebbe portare grossi vantaggi ai mercati cinesi rispetto a quelli dei paesi dove è arrivata Omicron, che negli ultimi giorni hanno subìto pesanti perdite.

  • Il contesto

Oggi il ministero della Sanità ha registrato 53 nuovi casi sintomatici (153 da sabato scorso), tutti nella cittadina di Manzhouli, nella regione autonoma settentrionale della Mongolia interna, al confine con la Russia. Ma una manciata di altri casi è stata rilevata a Harbin (a 800 km dal focolaio di Manzhouli).

Le autorità stanno facendo ricorso a ogni mezzo per evitare l’esplosione di nuovi focolai, tanto che quelle di Harbin hanno promesso un premio di 10mila yuan (1.570 dollari) per ogni cittadino che si sottoponga a tampone e risulti positivo. Il ministro Ma ha sostenuto che l’epidemia nei paesi «che convivono con Covid» ha minacciato la vita delle loro popolazioni ed economie e ciò ha rafforzato la politica cinese di controllo.

Questa narrazione costruita dalla propaganda – assieme all’efficacia delle misure di contenimento – sta facendo sì che il Partito comunista cinese si stia rafforzando durante la pandemia.

Consigli di lettura della settimana

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After the Crash: Checking In on China’s Bike-Sharing Industry

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Half of global coal companies continue to develop new assets

Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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