Le forze militari del Niger hanno affermato di aver destituito il presidente Mohamed Bazoum, dopo che alcune truppe armate avevano preso d’assalto e occupato ieri il palazzo presidenziale di Niamey. Si tratta del quinto colpo di stato in Africa occidentale avvenuto negli ultimi quattro anni.

Le forze di difesa e di sicurezza hanno deciso di «porre fine al regime che conoscete a causa del deterioramento della situazione della sicurezza e del malgoverno», ha detto il colonnello Amadou Abdramane leggendo un comunicato trasmesso in tv.

I militari hanno anche annunciato l’inizio di un coprifuoco su tutto il paese, la chiusura delle istituzioni e dei confini. Abdramane ha lanciato un messaggio anche agli stati stranieri: non intervenite.

La reazione americana

Dalla Casa Bianca fanno sapere che il Segretario di stato americano, Antony Blinken, aveva parlato con il prigioniero Bazoum. «Condanniamo qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza. Siamo attivamente impegnati con il governo del Niger, ma anche con partner nella regione e in tutto il mondo, e continueremo a farlo fino a quando la situazione non sarà risolta in modo appropriato e pacifico», ha detto Blinken.

Anche dalle Nazioni unite e dall’Unione africana arrivano messaggi di sostegno nei confronti del presidente Bazoum che attualmente si trova nella residenza presidenziale insieme alla sua famiglia.

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