«Il gasdotto Nord Stream è stato colpito da un grave sabotaggio, sono stati trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti». Sono le conclusioni del procuratore svedese Mats Ljungqvist che dal 26 settembre scorso sta indagando sulle esplosioni che hanno messo fuori uso i gasdotti Nord Stream 1 e 2.

«Durante le indagini sulla scena del crimine che sono state effettuate in loco nel Mar Baltico, sono stati raccolti diversi elementi e l’area è stata accuratamente documentata. Le analisi ora condotte mostrano tracce di esplosivo su molti dei corpi estranei rinvenuti. Il lavoro di analisi avanzata continua per poter trarre conclusioni più sicure sull’incidente», ha aggiunto il procuratore svedese che ha lodato la collaborazione degli altri paesi alle indagini.

La vicenda

Il sabotaggio delle conduttore dei due gasdotti è avvenuto in acque internazionali a largo dell’isola danese di Bornholm a circa 90 metri di profondità. Entrambe le conduttore del gasdotto Nord Stream 1 sono state bucate, mentre due falle sono comparse nel condotto A del gasdotto Nord Stream 2, a sei chilometri di distanza l’una dall’altra.

La causa delle falle viene attribuita a due esplosioni registrate dai sismografi danesi. La prima è avvenuta poco le due di notte del 26 settembre e la seconda intorno alle 19. Secondo la prima ricostruzione, le esplosioni sarebbero state causate dalla detonazione di cento chilogrammi di esplosivo. Per oltre una settimana non è stato possibile svolgere le indagini dato che il gas continuava a fuoriuscire dalle condutture rendendo l’area inaccessibile.

Le accuse

A inizio novembre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva accusato il Regno Unito di aver aiutato gli ucraini nelle azioni di sabotaggio contro il gasdotto. «I nostri servizi di intelligence dispongono di prove che suggeriscono che l’attacco è stato diretto e coordinato da specialisti militari britannici», ha detto alla stampa.

Kiev e Londra hanno smentito più volte questa versione rimbalzando invece le accuse verso Mosca. Per ora, gli Stati Uniti sono stati molto cauti nell’attribuire le responsabilità. Per le autorità russe il Nord Stream, che trasporta il gas dalla Russia all’Europa, potrà essere riparato ma ci vorranno mesi.

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