- Scontata l’astensione dei 4 paesi del Gruppo di Visegrád (ne è parte anche l’Ungheria), non altrettanto che si chiamassero fuori anche Croazia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Un messaggio netto e impossibile da ignorare.
- La linea di frattura fra est e ovest dei ranghi Ue era implicita già al momento dell’ambizioso (troppo?) allargamento del 1° maggio 2004. E il sistema degli accordi transitori, creando profili della cittadinanza comunitaria di sere A e B, non ha aiutato.
- In qeusto quadro i diritti civili, che sono patrimonio fondamentale del patto comunitario euro-occidentale, rischiano di essere spacciati dalle élite politiche dell’est alle opinioni pubbliche interne come l’ennesimo strumento di controllo e pedagogizzazione.
La legge omofoba di Orbán è la prova che l’Europa si separa tra est e ovest
28 giugno 2021 • 20:58