L'ex primo ministro pakistano Imran Khan è accusato di aver violato la legge antiterrorismo per aver minacciato la polizia e una giudice durante un comizio rivolto ai suoi sostenitori nel fine settimana.

Da quando Khan è stato sfiduciato lo scorso aprile ha alimentato delle proteste anti-governative che hanno provocato diverse tensioni nel paese.

Il partito di opposizione pakistano Tehreek-e-Insaf (PTI), il partito politico dell’ex premier, ha pubblicato online dei video in cui si vedono dei sostenitori che circondano la sua casa per impedire alla polizia di raggiungerla.

Le accuse

Khan avrebbe minacciato il capo della polizia di Islamabad e un giudice donna accusandoli di aver arrestato e torturato un suo stretto collaboratore, accusato di sedizione per aver esortato i ranghi inferiori dell'esercito a sfidare gli ordini dei superiori.

«Non vi risparmieremo», avrebbe detto Khan, promettendo di intentare cause legali contro di loro.

I discorsi di Khan erano «pregiudizievoli per il mantenimento dell'ordine pubblico e suscettibili di disturbare la pace e la tranquillità pubblica», ha detto sabato l’Autorità pakistana di regolamentazione dei media elettronici (Pemra) in un comunicato.

L’autorità ha accusato Khan di aver «continuamente ... sollevato accuse infondate e diffuso discorsi di odio attraverso le sue dichiarazioni provocatorie contro le istituzioni statali».

La Pemra ha vietato con effetto immediato la trasmissione in diretta dei suoi discorsi da parte dei canali di informazione.

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