- Un recente rapporto del Pentagono sulle operazioni americane contro lo Stato islamico mette in luce una ripresa di attività del movimento terroristico, accentuando la sua potenziale pericolosità.
- C’è ancora bisogno di truppe occidentali sia in Siria che in Iraq: Baghdad dipende ancora molto dalle truppe americane e i curdi siriani da soli non ce la fanno a organizzare la difesa.
- Nella Siria orientale il gruppo sta rimettendo radici, favorito dalla situazione caotica del paese di Assad, dove la ricostruzione non è ancora partita, la situazione economica è dura per tutti e le occasioni di rancore e settarismo etnoreligioso rimangono molto vivaci.
Il sito mediorientale al Monitor, solitamente ben informato e noto per la sua prossimità agli Stati Uniti, rivela che un recente rapporto del Pentagono sulle operazioni americane contro lo Stato islamico in Iraq e Siria (Isis), mette in luce una ripresa di attività del movimento terroristico, accentuando la sua potenziale pericolosità. Il rapporto raccomanda che la coalizione militare degli Stati Uniti e degli altri partner, inclusa l’Italia, rimanga dispiegata nell’area del “siraq”, pena il



