Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna ha discusso la sua tesi in collegamento davanti alla commissione ed è stato proclamato dottore con il voto di 110 e lode nel percorso di studi magistrali Gemma in Women's e Gender studies.

Fino all’ultimo Zaki sperava di riuscire ad avere la possibilità di venire in Italia per festeggiare la sua laurea ma le autorità del Cairo non gli permettono di lasciare il paese visto il processo ancora in corso. In un post su Facebook di quattro giorni fa, Zaki scriveva: «Anche dovessi laurearmi online, lo considererò un grande successo per me, completando quella laurea dopo tutto quello che ho passato negli ultimi anni. Lo considero un primo passo del mio percorso accademico, appena iniziato, così come del mio lavoro sui diritti umani, perché è giunto il momento di adattare quella laurea e le esperienze che ho maturato aiutando le comunità di cui faccio parte o in cui risiedo, come è stato il mio piano da quando ho iniziato a fare domanda per quella laurea».

«È stato un percorso difficile, oggi siamo molto felici, oggi è un giorno di festa, ma la festa vera la faremo quando ti potremo abbracciare a Bologna», ha detto a Patrick Zaki, il rettore dell’università Giovanni Molari, presente alla proclamazione della laurea magistrale.

La vicenda giudiziaria

Nonostante la scarcerazione avvenuta l’8 dicembre del 2021 dopo quasi due anni di detenzione, Patrick Zaki rimane imputato «per «diffusione di notizie false e diffusione di terrore tra la popolazione» riguardo a un articolo pubblicato nel 2019 sui cristiani copti in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana. Il processo però è ancora in corso ma ogni volta le udienze vengono rinviate. Una strategia sistemica adottata dal governo egiziano contro detenuti politici, giornalisti e attivisti scomodi al regime.

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