Il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, è arrivato ieri a Tel Aviv, dove ha incontrato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per cercare di derimere i forti contrasti tra i due alleati sull'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

Una foto diffusa dall'ufficio del primo ministro israeliano mostra i due uomini che si stringono calorosamente la mano in una base militare vicino Tel Aviv. Ma al di là della cortesia diplomatica restano sullo sfondo i contrasti tra i due alleati. Prima del viaggio, che continuerà oggi, Sullivan aveva affermato al Wall Street Journal che avrebbe discusso un calendario per porre fine alla guerra e avrebbe esortato i funzionari israeliani a passare a «una fase diversa del tipo di operazioni ad alta intensità che vediamo oggi».

Il riferimento di Sullivan è alla frase del presidente, Joe Biden, sui bombardamenti “indiscriminati” dei civili nella Striscia, dove si contano, secondo il ministero della Sanità di Hamas, 18.800 morti, di cui due terzi composti da donne e minori. Ma il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant ha avvertito che la guerra a Gaza «durerà più di qualche mese». «Hamas è un'organizzazione terroristica che è stata costruita nell'arco di un decennio per combattere Israele e ha costruito infrastrutture sotterranee e aeree che non sono facili da distruggere. Ci vorrà tempo - più di qualche mese - ma vinceremo e distruggeremo Hamas», ha dichiarato. Intanto è stato annullato il viaggio in Qatar del capo del Mossad per riavviare i colloqui su un possibile secondo accordo per il rilascio dei prigionieri mentre i qatarioti stanno ricavando spazi di manovra per poter tenere i vertici di Hamas a Doha alla fine del conflitto.

La popolarità di Hamas

Israele dunque vuole continuare la lotta finché non schiaccerà Hamas dopo una delle battaglie più sanguinose della guerra per i suoi soldati caduti in una imboscata nel Nord di Gaza.

Netanyahu vuole andare avanti anche se deve far fronte alle richieste internazionali di cessate il fuoco e al crescente insofferenza da parte del suo più stretto alleato, gli Stati Uniti che hanno bloccato l’invio di migliaia di fucili per il timore che passino nelle mani dei coloni innescando nuove tensioni in Cisgiordania.

L’imboscata a Gaza City ha mostrato la resilienza di Hamas. Intanto il sostegno ad Hamas è aumentato tra i palestinesi – in parte a causa della forte resistenza del gruppo militante a un nemico molto più potente – mentre gli Stati Uniti hanno espresso crescente disagio per le morti civili. Quasi la metà delle munizioni aria-terra che Israele ha utilizzato a Gaza nella guerra contro Hamas dal 7 ottobre scorso non erano di precisione, ovvero si trattava di ordigni non guidati: è quanto emerge da una valutazione dell'intelligence statunitense, secondo quanto ha riportato la Cnn in esclusiva. Secondo l’Associated Press Israele sperava che la guerra avrebbero accelerato la fine di Hamas. Ma un sondaggio condotto dal Centro palestinese per la politica e la ricerca sui sondaggi ha rilevato che il 44% degli intervistati nella Cisgiordania occupata ha dichiarato di sostenere Hamas, rispetto al 12 per cento di settembre. A Gaza, i miliziani hanno ottenuto il 42% di sostegno, rispetto al 38 per cento di tre mesi fa. Si tratta ancora di una minoranza in entrambi i territori ma anche molti palestinesi che non condividono l’obiettivo di Hamas nel distruggere Israele, lo vedono come una resistenza all’occupazione decennale da parte di Israele delle terre che desiderano per un futuro stato. Netanyahu vuole fare la campagna elettorale, perché quanto prima si andrà al voto in Israele, puntando sul no ai due stati mentre il consigliere Sullivan vuole puntare proprio su questa ipotesi per dare stabilità alla regione.

Ma Netanyahu non ha tenuto conto che più dura il conflitto, più sale anche in Cisgiordania la popolarità di Hamas secondo Apnews, con oltre il 90% degli intervistati che chiede le dimissioni del presidente dell’Anp, Mahmud Abbas, la carta che Washinton vuole giocare per sostituire Hamas a Gaza.

Arresti in Germania

Un attentato di Hamas è stato apparentemente scongiurato in Germania.

Quattro uomini, presumibilmente appartenenti alla fazione palestinese, stavano pianificando un attacco a istituzioni ebraiche in Germania, riporta Tagesschau. I quattro sono stati arrestati e la Procura generale federale ha assunto il controllo delle indagini. Gli uomini stavano recuperando armi da un deposito sotterraneo per portarle a Berlino. Tuttavia, non ci sarebbe stato un piano già concreto per l'attacco.

Bibi temporeggia

Cosa farà Netanyahu per fronteggiare le pressioni americane? Probabilmente cercherà di prendere tempo e di vedere se i sondaggi e le richieste di impeachment dei repubblicani possano logorare Biden in vista della campagna presidenziale che inizierà a gennaio, così da poter ignorare le richieste della Casa Bianca o almeno proverà a dribblarle così come fece con l’ex presidente, Barack Obama che non faceva mistero di detestare il premier israeliano. Netanyahu deve solo aspettare novembre dell’anno prossimo e sperare che il nuovo inquilino della Casa Bianca torni ad essere Donald Trump, con il quale l’intesa era perfetta. Il tempo è la variabile di questo gioco di scacchi tra i due alleati che hanno obiettivi e strategie sempre più divergenti.

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