Dal caso Signal ai narcos, così lo scandalo Hegseth indebolisce la Casa Bianca

Il New York Times ha fatto causa al dipartimento della Difesa per le restrizioni imposte ai giornalisti, che a ottobre hanno restituito in massa le credenziali anziché sottoscrivere le nuove condizioni. I loro posti sono stati presi da una banda di influencer Maga e stenografi del trumpismo, che hanno volentieri accettato di aderire alle regole incredibilmente stringenti imposte dal Pentagono. Fra queste c’è il divieto di comunicare con i funzionari della difesa che non siano stati esplicitamente autorizzati a parlare con la stampa. Nella denuncia presentata alla procura federale di Washington i legali del Times sostengono che le regole del Pentagono «violano le garanzie costituzionali sul giusto processo, la libertà di parola e la libertà di stampa» e il dipartimento sta tentando di «esercitare un controllo su ciò che è sgradito al governo, violando il diritto della stampa libera di cercare informazioni, garantito dal Primo e Quinto Emendamento», come ha detto un portavoce del quotidiano. L’azione legale è diretta al segretario della Difesa, Pete Hegseth, e al portavoce del Pentagono, Sean Parnell, e intende abrogare la politica di accesso al dipartimento. È l’ennesima grana per il segretario della Difesa, che è assediato su vari fronti dagli avversari politici e sempre più sfiduciato dagli alleati. La “bacheca della vergogna” sul sito della Casa Bianca. Trump mette all’indice i media sgraditi Il caso Signal Un’indagine dell’ispettorato del Pentagono dice che l’uso improprio di Signal per discutere i raid aerei americani in Yemen ha messo in pericolo le truppe americane. Hegseth aveva discusso le operazioni contro gli Houthi in una chat non protetta con i vertici della sicurezza nazionale, nella quale per errore era stato incluso anche il direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg. L’indagine interna ha concluso che l’uso dell’app da parte di Hegseth aveva potenzialmente compromesso informazioni sensibili del dipartimento della Difesa. Se divulgati a una potenza avversaria, questi dati avrebbero potuto mettere a rischio personale militare e operazioni in corso. L’altro caso che sta mettendo alla prova la fiducia in Hegseth riguarda uno degli attacchi alle imbarcazioni di presunti narcotrafficanti venezuelani del gruppo Tren de Aragua: secondo la ricostruzione del Washington Post, nell’attacco del 2 settembre scorso il segretario della Difesa avrebbe ordinato personalmente di uccidere tutti gli 11 membri dell’equipaggio. Dopo una prima aggressione, due degli obiettivi sono sopravvissuti, e così l’ammiraglio Frank M. Bradley, che seguiva l’operazione, ha ordinato un ulteriore attacco per compiere la missione assegnata. Negli Stati Uniti tira una brutta aria per la libera stampa Repubblicani in rivolta Dopo la rivelazione del Washington Post, la Casa Bianca, il Pentagono e il dipartimento di Stato hanno cambiato più volte versione sull’esatto svolgimento degli eventi, ma la pubblicazione ha anche scatenato la protesta di una parte del partito repubblicano. In ottobre c’è stato un incontro a porte chiuse al Congresso per discutere la giustificazione legale degli attacchi alle navi. Il Pentagono non ha inviato alcun rappresentante legale a rispondere alle domande dei parlamentari, scelta che ha indispettito i membri del Congresso. Anche i funzionari della difesa che si sono presentati non sono riusciti a chiarire il perimetro della missione, mentre il Trump ventilava pubblicamente la possibilità di estendere il conflitto fino a colpire obiettivi terrestri in Venezuela. L’episodio ha incrinato la fiducia di diversi repubblicani verso Hegseth. Le commissioni delle Forze Armate della Camera e del Senato hanno avviato indagini separate per valutare se il segretario o l’ammiraglio Bradley possano essere penalmente responsabili per ordini che potrebbero configurare un crimine di guerra. Il deputato repubblicano Mike Rogers, presidente della commissione Forze armate alla Camera, ha criticato l’opacità del briefing di ottobre, notando che durante l’amministrazione Biden il Congresso riceveva informazioni più complete. Queste polemiche si innestano su un clima di altissima tensione al Pentagono: Hegseth ha ordinato recentemente un cambio dei principali generali delle forze armate e ha lanciato un’indagine sul senatore Mark Kelly, un ex funzionario della marina, colpevole di avere diffuso, assieme ad altri veterani, uno spot in cui invita i militari a disobbedire agli ordini che dei superiori che violano la legge. Nel frattempo Il deputato democratico Shri Thanedar ha annunciato l’intenzione di presentare un’iniziativa di impeachment contro Hegseth. L’iniziativa, dalle probabilità di successo molto basse, è fondata sul combinato disposto dei due scandali – quello di Signal e del Venezuela – e rischia di non ottenere il sostegno neppure all’interno del suo stesso partito. Ma in questa fase di turbolenze contano le manovre simboliche.