Ucraina sul filo del rasoio. Trump: «Accordo vicino», Mosca verso il no al piano

Kiev – Dopo giorni di discussioni ed emendamenti, gli ucraini hanno accettato il piano di pace proposto dagli Stati Uniti. «Credo che siamo molto vicini a un accordo», ha detto martedì 25 novembre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante il suo discorso per la festa del ringraziamento. Da parte sua, Volodymyr Zelensky ha detto che è pronto «a proseguire» con il famigerato “piano dei 28 punti”, considerato all’inizio una capitolazione per Kiev, diventati ora 19 punti su cui gli ucraini sarebbero pronti a mettere la firma. Il presidente ucraino sarebbe pronto a incontrare Trump il giorno del Thanksgiving, giovedì. Perché scendiamo in piazza per Gaza e non per l’Ucraina? Il plauso europeo I leader europei festeggiano. Il primo ministro britannico, Keir Starmer, parla di «direzione positiva» e assicura che Volodymyr Zelensky «trova accettabile gran parte del piano». Per il presidente francese, Emmanuel Macron, sono in corso «progressi veri verso una pace duratura» e ribadisce la sua disponibilità a inviare soldati francesi in Ucraina dopo il cessate il fuoco. Arrivano segnali incoraggianti anche da personaggi che in passato non si erano mai fatti prendere dai facili entusiasmi, come il presidente della Finlandia, Alexander Stubb. «I prossimi giorni saranno decisivi per la fine della guerra in Ucraina», ha detto Stubb, che è anche uno dei leader europei che con Trump hanno il rapporto più stretto. Ma, com’era prevedibile, il Cremlino non è felice degli emendamenti al piano e, secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times, è pronto a respingere il piano quando sarà presentato ufficialmente. Di un simile esito, ha già avvertito il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: la Russia «potrebbe respingere eventuali modifiche» al piano. Niente tetto all’esercito, no al ritiro di Kiev: Ucraina e Usa riscrivono il piano Trump Il Cremlino, in ogni caso – ha fatto sapere il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov – non ha ancora ricevuto il nuovo elenco di 19 punti e ha ribadito che «l’unico documento sostanziale oggi è la bozza americana, la bozza di Trump. Crediamo che possa diventare un'ottima base per i colloqui». A sorpresa, però, Peskov adotta un tono conciliante verso l’Europa, occorrenza rara nei discorsi ufficiali del Cremlino: «È difficile, praticamente impossibile, discutere del sistema di sicurezza in Europa, parlare di garanzie di sicurezza all'interno del sistema di sicurezza in generale, senza la partecipazione degli europei – ha detto Peskov –. A un certo punto, naturalmente, la loro partecipazione sarà necessaria». Ma anche tra americani e ucraini le cose non vanno così lisce come le dichiarazioni delle ultime ore lasciano intendere. Kiev «è soddisfatta» del piano ridotto a 19 punti, ma le due questioni più spinose – quella territoriale e le garanzie di sicurezza che offriranno gli Usa all’Ucraina – sono state lasciate fuori dalla lista accorciata. Dovranno essere discusse direttamente dai due presidenti, Zelensky e Trump, in un incontro per il quale il leader americano però non sembra avere fretta. I retroscena delle ultime ore indicano un unico punto significativo su cui americani e ucraini si sarebbero già trovati d’accordo: l’innalzamento del tetto delle forze armate ucraine in tempo di pace, dalle 600mila unità previste nella prima bozza alle 800mila incluse nei nuovi 19 punti. Cipro, quella tortuosa roadmap per l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue Non una grande conquista, se si considera che gli analisti – ucraini compresi – ritengono che per l’Ucraina sarà difficile mantenere anche solo mezzo milione di soldati dopo la fine del conflitto. Seguire le trattative di questi giorni, che avvengono su binari paralleli e alla velocità dei social, resta difficile. Il Financial Times ha rivelato che russi e americani si stavano consultando sul piano di pace per l’Ucraina ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Secondo il quotidiano britannico, la delegazione Usa era guidata da Dan Driscoll, segretario alle Forze Armate, che la settimana scorsa aveva già visitato Kiev alla guida di una delegazione composta da generali. Secondo la stampa Usa, Trump avrebbe deciso di dare una chance ai militari, visti i fallimenti delle precedenti missioni diplomatiche. Sempre stando a quanto scrive il Financial Times, ad Abu Dhabi sarebbe stato presente anche il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, con funzioni di collegamento con gli ucraini. Non ci sarebbe stato invece un incontro diretto tra Budanov e i russi. Un funzionario della delegazione Usa ha dichiarato: «Driscoll è ottimista. Speriamo di ricevere presto un feedback dai russi. La situazione si sta muovendo rapidamente». Peskov non ha commentato l’incontro. C’è solo un modo per fermare la spartizione dell’Ucraina tra Trump e Putin Kiev sotto attacco Martedì 25 è finita la tregua di fatto che durava da oltre una settimana nei cieli della capitale ucraina. Ripartita la delegazione americana guidata da Driscoll, la Russia è tornata a colpire Kiev con un massiccio attacco missilistico che ha ucciso sette persone e ne ha ferite altre venti. Decine di missili e oltre 400 droni, concentrati sulla capitale, hanno iniziato ad arrivare all’una di notte, con le ultime esplosioni risuonate alle sei di mattina. Due palazzi residenziali sono stati colpiti, insieme al magazzino centrale di una delle principali catene di supermercati del paese. L’attacco si è concentrato ancora una volta sulla rete energetica e sulle centrali termiche ucraine. A Kiev, come in gran parte del paese, l’elettricità è razionalizzata da settimane: pure 12 ore consecutive senza corrente. Anche gli ucraini hanno colpito la rete energetica russa, bombardando con droni e missili la città russa di Taganrog, dove è stato bersagliato anche un aeroporto militare, e Novorossiysk, dove hanno subito danni un terminal petrolifero e una raffineria.