Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Pkk, ha annunciato il suo scioglimento e la fine di oltre quattro decenni di lotta armata contro lo Stato turco. «Il dodicesimo congresso del Pkk ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa del Pkk e di porre fine alla sua lotta armata» ha annunciato il gruppo armato curdo in una dichiarazione, dopo aver dichiarato in precedenza di aver tenuto il suo congresso la settimana scorsa.

L’indicazione di Ocalan

Si tratta dell’ultimo sviluppo di una fine annunciata. A febbraio, il leader del Pkk Abdullah Öcalan, in carcere dal 1999 su un'isola vicino a Istanbul, aveva esortato il suo gruppo a convocare un congresso per decidere formalmente lo scioglimento, segnando un passo fondamentale verso la fine del conflitto decennale che dagli anni Ottanta ha causato decine di migliaia di vittime.

L’appello del leader e fondatore del Pkk era arrivato dopo vari colloqui con i deputati del Dem che lo hanno incontrato in carcere tra dicembre e febbraio, mentre non riceveva visite da circa 10 anni. Gli incontri tra Öcalan e i deputati del Dem erano stati permessi dopo che in autunno il partito di estrema destra nazionalista Mhp, alleato del presidente Recep Tayyip Erdogan in Parlamento e storicamente lontano dalla causa curda, aveva invitato il leader a dichiarare lo scioglimento del gruppo in cambio di concessioni sul suo regime carcerario di isolamento. L'appello del Mhp era stato accolto sia da Erdogan che dalla maggior parte delle forze politiche in Turchia.

Il 1° marzo il Pkk aveva annunciato un cessate il fuoco unilaterale, ma aveva posto alcune condizioni, tra cui la creazione di un quadro giuridico per i negoziati di pace. Il gruppo – affiliato a un partito d’ispirazione marxista che dal 1978 rivendica l’indipendenza della regione popolata a maggioranza da curdi nel sud est della Turchia – guida dai primi anni Ottanta una rivolta armata contro Ankara ed è considerato un gruppo terroristico dalla Turchia e dai suoi alleati occidentali.

Le reazioni

Ovviamente soddisfatto il partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il portavoce ha parlato di «un punto di svolta. Questo processo sarà monitorato sul campo, in modo meticoloso, dalle nostre istituzioni statali. Il nostro presidente presenterà le fasi che verranno raggiunte».

Lo scioglimento avverrà in tre diverse fasi e avrà luogo sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Al momento l'agenzia curda parla di 3.500 membri non combattenti del Pkk che si consegneranno alle autorità turche. Alcuni di questi con i turchi stessi pianificheranno l'abbandono delle armi nel dettaglio. Per quanto riguarda il disarmo i primi battaglioni del Pkk a deporre le armi saranno quelli dell'Iraq del nord, della provincia di Duhok, che deporranno le armi nella città di Amediye; i battaglioni attivi nella provincia di Erbil lasceranno le armi nei villaggi di Binar e Koysancak; mentre i gruppi dislocati nell'area di Suleymaniye abbandoneranno le armi a Seyid Sadik.

Il processo che avverrà sotto il monitoraggio di osservatori internazionali e dell'Onu, mentre una terza fase riguarderà la distruzione di campi di addestramento, depositi di armi, tunnel e rifugi che dovrebbe essere delegata all'esercito turco.

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