Il presidente del gruppo petrolifero russo Lukoil Ravil Maganov è morto precipitando da una finestra di ospedale, scrive l’agenzia di stampa Reuters citando persone informate sull’episodio. Soltanto alcuni media russi hanno riportato la vicenda, citando fonti anonime, mentre soltanto in tarda mattinata è arrivata la conferma della società. 

Maganov aveva 67 anni e guidava dal 2020 la seconda società petrolifera del paese, dopo Rosfnet. Secondo Reuters, Maganov si trovava in un ospedale di Mosca al momento della morte. Per ora non ci sono elementi per sospettare un suicidio, un incidente o un assassinio.

La richiesta dell’azienda sul cessate il fuoco

Lo scorso 5 marzo, a pochi giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, l’azienda aveva anche chiesto di porre fine alla guerra. «Esprimiamo la nostra sincera empatia per tutte le vittime, che sono state colpite da questa tragedia. Sosteniamo con forza un cessate il fuoco duraturo e la risoluzione dei problemi attraverso negoziati seri e la diplomazia», aveva scritto il consiglio di amministrazione della Lukoil in un comunicato.

La società Lukoil possiede una raffineria in provincia di Siracusa, al momento sotto sanzioni, che impiega circa mille persone. Le società energetiche come Lukoil sono tra le principali industrie della Russia e un importante asset strategico per il presidente Vladimir Putin.

I loro amministratori sono sottoposti ad attenti controlli da parte degli apparati di sicurezza e la loro infedeltà al regime, reale o solo sospettata, è stata spesso punita rapidamente in passato.

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