Il 9 maggio in Russia è un giorno di festa. Oggi il popolo russo commemora i sacrifici compiuti dall’Unione Sovietica durante quella che viene chiamata la Grande Guerra Patriottica del 1941-45, in cui morirono circa 27 milioni di cittadini. Il ricordo della resa firmata dal Terzo Reich il 9 maggio del 1945 è una tra le festività pubbliche russe più importanti.

A 78 anni di distanza dalla capitolazione della Germania nazista, il presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, seduto tra due veterani pluridecorati, ha pronunciato un discorso contro i suoi ex-alleati: «L’occidente provoca conflitti sanguinosi», semina la «russofobia» e pretende di «dettare le sue regole a tutte le nazioni», ha detto. «Contro la Russia è stata scatenata una vera guerra ma garantiremo la nostra sicurezza», ha aggiunto Putin durante il suo intervento pubblico in una Piazza Rossa di Mosca blindata dalla sicurezza dopo che lo scorso 3 maggio due droni hanno tentato di attaccare il Cremlino. «L’Ucraina è diventata ostaggio nelle mani dell’occidente», ha detto il presidente. «Vogliamo vedere un futuro pacifico, libero e stabile, qualsiasi ideologia di superiorità è per sua stessa natura disgustosa, criminale e mortale».

Il messaggio di potenza

Sebbene la parata sia stata ridimensionata a causa dello sforzo militare in cui l’esercito è ora impegnato, il Cremlino non ha voluto rinunciare al suo giorno di festa. Ma le autorità nazionali hanno anche cancellato – per la prima volta dal 2011 – le processioni del reggimento immortale, in cui i famigliari delle vittime portano i ritratti dei parenti che hanno combattuto contro i nazisti. «Ora non c’è cosa più importante del vostro lavoro militare. La sicurezza del paese dipende da voi. Il futuro del nostro stato e del nostro popolo dipende da voi» ha detto il presidente. Durante il suo discorso Putin ha più volte paragonato la guerra in Ucraina – che considera una battaglia contro i nazionalisti di ispirazione «nazista» –  alla sfida che l’Unione Sovietica quando affrontò Hitler nel 1941.

Il sostegno dall’estero

Il leader nordcoreano, Kim Jong Un, ha inviato «calorosi auguri all’esercito russo e al popolo russo per la loro santa lotta per preservare la pace nel mondo nella sua lotta contro gli imperialisti» riferendosi all’Ucraina e agli Stati Uniti. Nell’ultimo anno la Corea del Nord ha rafforzato le sue relazioni bilaterali con il Cremlino dopo aver sostenuto l’invasione dell’Ucraina e l’annessione dei territori occupati nel Donbass. Secondo il Pentagono, Pyongyang avrebbe anche intenzione di fornire armi militari a Mosca, così come fatto dall’Iran che ha inviato i suoi droni, impiegati dall’esercito russo per attaccare le infrastrutture civili ed energetiche ucraine.

La giornata dell’Europa 

Il 9 maggio è giorno di ricorrenza anche in Europa.  Nel 1950 la storica dichiarazione Shuman, pronunciata dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman, ha dato inizio alla collaborazione politica tra le nazioni europee ed è considerata l’atto di nascita dell’Unione europea.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha deciso di festeggiarla a Kiev, mandando un messaggio chiaro dato che l’Ucraina non fa – ancora – parte dell’Ue. La presidente ha detto in proposito che Kiev è il luogo «dove i valori che ci stanno a cuore vengono difesi ogni giorno. Quindi è un posto adatto per celebrare il giorno dell'Europa».

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