Il prossimo 18 novembre inizieranno in Qatar i mondiali delle nazionali di calcio. Un evento storico per il paese dato che è la prima volta che ospiterà la competizione. Quella che si tiene in Qatar sarà anche l’ultima edizione del torneo a prevedere la partecipazione di sole 32 nazionali, poiché dal 2026 il mondiale verrà esteso a 48 squadre.

Le critiche per il calendario

AP Photo/Dita Alangkara

La decisione di giocare il mondiale nel piccolo e ricco paese del Golfo Persico è stata presa nel dicembre del 2010. Una decisione che fin dall’inizio ha attirato polemiche e dubbi soprattutto per via delle quotidiane violazioni dei diritti umani e civili nello stato arabo. In seguito, le critiche si sono concentrate anche sulle tempistiche. Per la prima volta, infatti, la competizione si svolgerà nei mesi invernali ovvero dal 20 novembre al 18 dicembre, anziché come di consueto nei mesi di giugno e luglio. Una decisione motivata dalle alte temperature che ci sono in estate in Qatar e che metterebbero in seria difficoltà la salute dei giocatori che si sarebbero ritrovati a giocare con oltre 40 gradi di temperatura. Giocare in inverno, però, significa sospendere momentaneamente le varie leghe di calcio, dato che i giocatori sono impegnati con le rispettive nazionali. 

Quest’anno, la Lega di Serie A è iniziata in anticipo ad agosto con un calendario molto fitto, proprio per evitare di concludere il campionato in eccessivo ritardo. Le società e i club sono però preoccupati dall’elevato sforzo fisico al quale sono sottoposti i giocatori e che il mondiale rischia di stravolgere. Come torneranno i calciatori dalla competizione che si tiene in Qatar? Saranno più stanchi di prima? Avranno un maggiore rischio di soffrire infortuni?

La situazione dei diritti umani

«Dati i precedenti del Qatar per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani, la Fifa sapeva, o avrebbe dovuto sapere, che affidando a questo stato i mondiali di calcio, i lavoratori avrebbero corso dei rischi. Ciò nonostante, quando venne esaminata la candidatura del Qatar, non ci fu alcun riferimento a ciò e non vennero poste condizioni circa la protezione dei lavoratori. Da allora, la Fifa ha fatto ben poco per prevenire o mitigare tali rischi». Questa dichiarazione di Agnès Callamard, Segretaria generale di Amnesty International, illustra bene quale sia l’attuale status dei diritti umani in Qatar e soprattutto i diritti delle donne.

Secondo quanto riportano associazioni e ong decine di migliaia di lavoratori impiegati per costruire i nuovi stadi dove si giocheranno le partite dei mondiali hanno lavorato in condizioni di sfruttamento. Le statistiche ufficiali delle autorità qatarine mostrano che dal 2010 al 2019 sono morti 15.021 stranieri di ogni età e occupazione ma secondo Amnesty le cause dei decessi non sono attendibili. La maggior parte riporta problemi cardiovascolari, mentre si teme che tanti siano morti durante le loro mansioni lavorative a casa degli infortuni riportati. I dati forniti dal Comitato organizzatore di Qatar 2022 riportano 37 morti tra i lavoratori direttamente legati alla costruzione degli stadi della Coppa del mondo, di questi, 34 sono morti in incidenti «non legati al lavoro».

Diversi sono i dati di un’inchiesta giornalista pubblicata dal Guardian, secondo cui dal 2010 in poi sarebbero morti più di 6.500 lavoratori provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka.

«Da quando abbiamo ottenuto l'onore di ospitare la Coppa del Mondo, il Qatar ha affrontato una campagna senza precedenti che nessun'altra nazione ospitante ha ricevuto», ha detto lo sceicco Tamim durante una sessione del Consiglio della Shura del paese. Questo sforzo, ha aggiunto, «ha raggiunto una tale ferocia che molti, purtroppo, si chiedono quali siano le vere ragioni e i motivi alla base».

L’organizzazione

Yomiuri

Nonostante le critiche il mondiale si giocherà lo stesso. Non parteciperà la nazionale italiana ma saranno presenti tutte le big di Europa e non solo. Il paese ha investito una cifra monstre per organizzare il mondiale.

Tra stadi, infrastrutture ed eventi sono stati spesi più di 220 miliardi di dollari. Soldi che sono serviti per costruire un nuovo aeroporto, una nuova linea della metro, nuove strade e otto impianti di calcio di ultima generazione oltre a sistemi climatici in grado di abbassare le temperature nei campi fino a 11 gradi.

Per intrattenere i circa 1.5 milioni di turisti e fan che arriveranno da tutte le parti del mondo (un numero enorme se si considera che sono circa metà delle persone che risiedono nel paese) le autorità locali hanno organizzato eventi, aperto club, locali e preparato show con luci e musiche. Verranno artisti e dj da tutto il mondo per intrattenere la folla in un mondiale che forse è tra i più discussi di sempre.

L’enorme mole di fan attesa impone però anche interrogativi sulla sicurezza. Il Qatar si è mosso per tempo chiedendo aiuto a paesi alleati come la Turchia, che invierà circa 3.250 agenti, ma anche ai paesi occidentali. L’Italia ha firmato con le autorità qatarine un protocollo sulla sicurezza di cooperazione, mentre il Regno Unito aiuterà inviando reparti della marina militare e dell’aviazione per la sicurezza aerea.
In molti si chiedono se il gioco vale la candela, se fosse necessario mettere in moto un’organizzazione del genere con costi miliardari per realizzare un semplice mondiale di calcio.

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