- Joe Biden ha gestito il vertice con Vladimir Putin essenzialmente come un incontro d’affari, una questione freddamente transazionale in cui le parti misurano le convenienze alla luce del proprio interesse.
- In altre parole, Biden ha affrontato Putin con le stesse premesse, la stessa postura politica e la stessa impostazione di fondo che venivano imputate a Donald Trump come peccati mortali e certificazioni di impresentabilità.
- Nel bilaterale con Putin si è percepita una tensione, se non una rottura, con il paradigma dell’internazionalismo liberal che ha dominato la politica estera americana dalla fine delle Guerra fredda fino all’elezione di Trump.
Joe Biden ha gestito il vertice con Vladimir Putin essenzialmente come un incontro d’affari, una questione freddamente transazionale in cui le parti misurano le convenienze alla luce del proprio interesse, esibiscono i punti di forza nel negoziato e ognuno cerca di spuntare il miglior risultato possibile. Nessuno si è proteso a guardare nell’anima dell’altro e nessuno ha chiamato l’altro un “killer”, come ha osservato Peter Baker sul New York Times. Biden non si è posto l’obiettivo ambizioso



