tentativi confusi

Quello che non torna nella strategia diplomatica di Draghi sull’Ucraina

LaPresse
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Il fumoso piano di pace presentato all’Onu, i contatti con Putin e Zelensky, lo spostamento della conversazione dal gas al grano: dopo l’incontro con Biden il premier cerca un ruolo da mediatore protagonista. Ma con molte contraddizioni, una strategia indecifrabile e una maggioranza turbolenta. Mancava soltanto l’annuncio del viaggio «imminente» di Salvini a Mosca

  • Draghi telefona a Zelensky per trovare un’intesa per trasportare il grano stipato nei depositi dei porti del Mar Nero. Una politica dei piccoli passi di Draghi e dei negoziati limitati a dossier precisi, come la questione alimentare, per mantenere aperto il canale diplomatico con il Cremlino e Kiev.
  • Draghi, dopo un iniziale atteggiamento di basso profilo dove ha lasciato il palcoscenico a Macron e Scholz, entrambi volati a Mosca per incontrare Putin senza costrutto, è a sua volta volato Washington per incontrare il presidente americano, Joe Biden. Draghi, nella sala ovale della Casa Bianca, ha parlato di sanzioni economiche e di rilancio dell’offensiva diplomatica in modo autonomo.
  • In una fase dove il presidente francese, Emmanuel Macron, è attento ad evitare l’ipotesi di una coabitazione in vista delle prossime elezioni legislative di giugno, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, deve ancora entrare nel ruolo, Draghi ha preso in mano il filo della trattativa con Putin e Zelensky alla sua maniera: con realismo e cercando di concentrarsi su obiettivi realistici senza perdere tempo in negoziati prematuri.

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