L’Egitto permetterà l’apertura del valico di Rafah per il passaggio degli aiuti umanitari a Gaza. Lo fanno sapere i media egiziana, ma non sono stati resi disponibili ulteriori dettagli. Nella conversazione tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, seguita al viaggio di Biden in Israele, al-Sisi avrebbe acconsentito a far passare dal valico di Rafah 20 camion di aiuti umanitari per Gaza. Secondo delle fonti della sicurezza, dei macchinari sono stati inviati attraverso il valico per riparare la strada, danneggiata dai bombardamenti israeliani.

Oggi è arrivato in Israele anche Rishi Sunak, il primo ministro britannico. Ha incontrato il premier Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog.

Il fronte libanese

Hamas ha rivendicato il lancio di missili dal Libano verso la regione a nord di Israele. Per i media israeliani, l’esercito ha bombardato diversi villaggi a sud del Libano.

Già stamattina l’Idf, le forze di difesa isrealiane, hanno affermato di aver attaccato obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano nelle ultime ore, in risposta al fuoco anticarro in territorio israeliano. Lo riferisce Haaretz. Tra le posizioni prese di mira nello specifico, secondo la dichiarazione, un punto di osservazione nel Libano sudoccidentale, da cui mercoledì è stato diretto il fuoco anticarro contro la città israeliana di confine di Rosh Hanikra.

Un’ondata di arresti in tutta la Cisgiordania ha portato durante la notte a scontri con decine di giovani, tra i fermati c’è anche un alto funzionario di Hamas in Cisgiordania, secondo rapporti palestinesi citati da Haaretz: Sheikh Hassan Yousef è stato arrestato dalle forze israeliane nella sua casa a Beitunia.

Morto il leader dei Comitati di resistenza

Nel corso degli ultimi raid sulla Striscia di Gaza l'esercito israeliano (Idf), sostiene di aver ucciso il capo dell'ala militare dei Comitati di resistenza popolare considerati la terza più grande fazione armata a Gaza dopo Hamas e la Jihad islamica. Lo riporta il The Times of Israel. L’esercito afferma che aerei da guerra hanno effettuato un attacco aereo sulla città di Rafah, nel sud di Gaza, seguendo le informazioni ricevute dallo Shin Bet, uccidendo Rafat Abu Hilal. L’Idf ha preso di mira diversi membri delle cosiddette forze di commando Nukhba di Hamas, che hanno guidato l'attacco del 7 ottobre. Oltre 10 membri di Nukhba sarebbero stati uccisi nei bombardamenti. L'esercito aggiunge di aver distrutto, nelle ultime 24 ore, centinaia di siti di Hamas, compresi siti di lancio di missili anticarro, pozzi di tunnel, infrastrutture di intelligence e vari centri di comando.

Nei bombardamenti a Gaza secondo l’esercito israeliano è stata uccisa Jamila al-Shanti, la prima e unica donna nell’ufficio politico di Hamas e vedova del cofondatore del gruppo, Abdel Aziz al-Rantisi, ucciso nel 2004. Secondo nuove stime sempre dell’esercito, inoltre, sono almeno 203 gli ostaggi rapiti il 7 ottobre. In un raid isrealiano su Gaza sarebbe stato ucciso anche Jehad Mheisen, il capo delle forza nazionali di sicurezza guidate da Hamas. Lo riferisce Haaretz, citando fonti di Hamas. Insieme a Mheisen sarebbero morti anche dei membri della sua famiglia. 

La situazione sanitaria

«Il sistema sanitario a Gaza è quasi al collasso, manca poco», ha dichiarato il dottor Nedal Abed, chirurgo ortopedico di Medici senza frontiere (Msf) all’ospedale al-Shifa di Gaza, in un audio diffuso dall’organizzazione. «Già solo in questo momento ci sono più di 3.000 pazienti e nel nostro ospedale, in condizioni normali, la capacità massima è di 700 posti letto».

Msf ha denunciato la carenza di personale, di farmaci e di forniture mediche, spiegando che l’afflusso dei feriti è enorme per i medici che sono rimasti. Il carburante per i generatori, che sono l’unica fonte di energia rimasta a Gaza, si sta esaurendo, e questo si ripercuote sui pazienti, in particolare quelli in terapia intensiva, neonatologia e quelli che hanno bisogno di macchinari per il supporto respiratorio, mentre la mancanza di farmaci mette a particolare rischio chi soffre di malattie croniche.

«Abbiamo più di 40.000 civili che sono venuti in ospedale in cerca di sicurezza. L’esercito israeliano ha chiesto l’evacuazione di tutti gli ospedali di Gaza ma quest’ordine è insensato, perché i pazienti feriti, che sono più di 3.000, non possono essere evacuati da nessuna parte», ha aggiunto il dottor Abed.

Negli Usa

Nel frattempo, le proteste per la pace non riguardano solo il Medio Oriente. Negli Stati Uniti, 500 ebrei statunitensi, tra cui due dozzine di rabbini, sono stati arrestati mentre protestavano al Congresso Usa contro la guerra di Israele a Gaza e chiedevano un cessate il fuoco immediato. Lo riferisce Haaretz. Jewish Voice for Peace, uno dei gruppi dietro quella che viene descritta come «la più grande protesta ebraica in solidarietà con i palestinesi nella storia degli Stati Uniti», ha detto che la polizia del Campidoglio ha strappato striscioni con la scritta «cessate il fuoco adesso» mentre i manifestanti - è il racconto - indossavano magliette abbinate con la scritta «non nel nostro Nome: gli ebrei dicono ora il cessate il fuoco» e cantavano preghiere ebraiche.

La Corea

I fronti di instabilità sono molteplici. La Russia, insieme alla Corea del Nord e alla Cina, è favorevole all’instaurazione di un processo regolare di negoziati sulle questioni di sicurezza nella Penisola coreana senza alcuna precondizione. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha detto che «ci opponiamo a questa linea non costruttiva e pericolosa, proponendo la via tesa a garantire la riduzione dell'escalation e l’inammissibilità dell'escalation delle tensioni».

Il presidente cinese Xi Jinping ha detto all’emittente statale cinese Cctv che «la via d’uscita fondamentale» dal conflitto è la soluzione a due stati, con una Palestina indipendente. A Pechino, Xi ha incontrato il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly, e ha reiterato la disponibilità della Cina a collaborare per «una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese».

L’Unione europea

La presidenza di turno del Consiglio, la Spagna, ha attivato il dispositivo di risposta integrata alle crisi politiche (Ipcr) in modalità completa al termine di un vertice straordinario. Si tratta di un meccanismo di risposta alle crisi che permette un processo decisionale rapido e coordinato nei casi di crisi gravi e complesse e può essere attivato anche per gli eventi che hanno luogo fuori dall’Unione europea.

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