L’evacuazione oggi è la priorità, ma subito dopo gli Stati Uniti dovranno fare i conti con quante armi sono finite nelle mani dei Talebani. I funzionari dell’amministrazione Usa dovranno ricostruire vent’anni di forniture all’esercito afghano: 83 miliardi di dollari, tra equipaggiamento e addestramento. Solo nel 2021 gli aiuti militari alle forze afghane valgono tre miliardi. Nonostante gli accordi per il ritiro dei contingenti stranieri dall’Afghanistan, un mese fa gli Stati Uniti hanno consegnato all’esercito nazionale afghano sette nuovi elicotteri, ma in poco tempo i Talebani hanno conquistato terreno e depositi di armi, oltre a dispositivi di comunicazione e droni. Mezzi del valore di milioni di dollari. forniti al governo di Ashraf Ghani per permettere di «difendere il proprio paese», ha detto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale Usa.

Fucili, elicotteri e il resto

Tra le acquisizioni talebane, come riporta il quotidiano The Hill, ci sarebbero aerei A-29 Super Tucano ed elicotteri Black Hawk, che possono costare fino a 21 milioni di dollari e che dovevano mettere l’esercito afghano in condizioni di superiorità rispetto ai Talebani. Sono poi circolate foto di Talebani con carabine M4 di produzione statunitense e fucili M16, invece dei tradizionali AK-47. Secondo un funzionario statunitense, sentito da Reuters, l’intelligence Usa sospetta che i Talebani abbiano preso il controllo di più di 2mila veicoli corazzati, fino a 40 aerei, tra cui elicotteri, e droni militari.

Nella conferenza stampa del Pentagono, del 16 agosto, alla domanda sui provvedimenti adottati per impedire che aerei e attrezzature militari finissero nelle mani dei Talebani, il generale Hank Taylor dello stato maggiore delle forze armate ha detto: «Non ho una risposta a questa domanda». L’amministrazione Biden ha parlato di «discreta quantità» di armi in possesso dei nuovi governanti. «Non abbiamo un quadro completo di dove sia finito ogni articolo militare, ma certamente una buona parte è caduta nelle mani dei Talebani e non ci riconsegneranno nulla», ha detto Sullivan.

Venticinque senatori repubblicani, in una lettera al segretario della Difesa, Lloyd Austin, hanno considerato «inconcepibile che l'equipaggiamento militare ad alta tecnologia pagato dai contribuenti statunitensi sia caduto nelle mani dei talebani e dei loro alleati terroristi». La protezione di questi beni statunitensi doveva essere una priorità.

I numeri

Tra il 2003 e il 2016, gli Stati Uniti hanno consegnato all’esercito e alle forze di sicurezza afghane 75.898 veicoli, 599.690 armi, 162.643 dispositivi di comunicazione, 208 aerei, 16.191 apparecchiature di intelligence, per la sorveglianza e la ricognizione, per un totale di 884.311 articoli militari. Lo si legge nel rapporto del 2017 del Gao (Government accountability office), un organo del Congresso.

Dal 2017 al 2019, poi, in base al rapporto del Sigar (ispettorato generale speciale per la ricostruzione dell’Afghanistan) del luglio 2020, gli Stati Uniti hanno consegnato, tra le altre cose, 7.035 mitragliatrici, 4.702 veicoli militari da ricognizione, 20.040 granate a mano, 2.520 bombe e 1.394 lanciagranate. Solamente negli ultimi due anni sono stati consegnati più di 18 milioni di proiettili.

Il rapporto del Gao elenca nello specifico la tipologia di mezzi forniti dagli Usa alle forze afghane e, secondo la ricostruzione di Forbes, alcuni veicoli da strada, come ad esempio quelli resistenti alle mine, hanno un costo che varia dai 412mila a 767mila dollari per unità. O ancora, in merito ai 208 aerei consegnati all’areonautica afghana, nel 2018 sette aerei da attacco leggero C-208 sono costati 84,6 milioni di dollari.

Sono almeno 174 milioni i dollari spesi, dal 2015 al 2019, per i droni militari ScanEagle, a sostegno dell’esercito nazionale afghano e l’addestramento per l’utilizzo di queste tecnologie, di cui però non si ha più notizia.

Le minacce

«Tutto ciò che non è stato distrutto ora è in mano ai Talebani», ha detto un funzionario a Reuters. E la preoccupazione è che queste armi vengano utilizzate contro i civili o vengano sequestrate da altri gruppi terroristici, come l’Isis, o ancora vengano consegnate a paesi avversari come Cina e Russia e utilizzate contro gli interessi degli Stati Uniti e dei paesi alleati. Mentre i Talebani potrebbero non essere in grado di utilizzare le armi più sofisticate e i mezzi tecnologicamente più avanzati, preoccupa la grande quantità di armi leggere lasciata sul terreno, con il rischio che vengano trasferite e vendute. Non sono stati esclusi attacchi aerei per distruggere le armi e i mezzi in mano ai Talebani, dicono i funzionari a Reuters, ma il rischio era quello di mettere in pericolo le operazioni di evacuazione.

L’ingente quantità di armi e veicoli lasciati ai Talebani peggiora la posizione del presidente Joe Biden che lascia alle spalle una gestione disordinata delle operazioni di evacuazione, militari statunitensi e civili morti nei due attentati del 26 agosto e, in ultimo, consegna ai Talebani un elenco di nomi di cittadini statunitensi e afghani, denuncia Politico. Per accelerare le operazioni ed esternalizzare la sicurezza dell’aeroporto infatti i funzionari americani si sono affidati al gruppo islamista. Biden non ha negato, e le conseguenze di queste scelte saranno presto evidenti.

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